Che il QR Code sia il mezzo per attuare la trasformazione digitale del retail, se ne parla da tempo. Tanto che Andrea Ausili, data e innovation manager di Gs1 Italy, durante un workshop allo Iab Forum di Milano nel 2022 aveva già ipotizzato che il 2027 come l’anno in cui sulle confezioni saranno presenti entrambi i codici, ovvero codice a barre e QR Code. Sul perché il QR Code sia da considerare il nuovo standard intelligente per il beni di largo consumo ne ha palato recentemente Bruno Aceto, Ceo di GS1 Italy con Enrico Netti de Il Sole 24 ore. “Con il nuovo codice bidimensionale si condividono in modo efficiente una quantità record di dati a cui aziende e consumatori possono facilmente accedere con lo smartphone“.
Il QR Code, il cui nome completo è “Qr code con GS1 Digital Link”, contiene una struttura più ricca di informazioni. Oltre al codice di identificazione GS1, già presente anche nel codice a barre tradizionale, si possono trovare anche altre utili informazioni sul produttore, i valori nutrizionali, la tracciabilità e persino gli identificativi per l’automazione dei processi logistici. Il processo di adozione del QR Code da parte delle imprese è su base volontaria, ma visti i vantaggi che offre potrebbe diventare standard anche prima del tempo previsto. Anche perché già oggi l’80% degli scanner presenti nella Gdo italiana è in grado di leggerlo.
“Il Qr code può contenere anche la data di scadenza, lo stabilimento e il lotto di produzione”, aggiunge Aceto a Il Sole 24 ore . “La catena della Gdo può offrire in promozione i prodotti sotto scadenza senza l’intervento degli addetti, riducendo così anche gli sprechi“.
A intervenire sull’argomento è anche Alessandro d’Este, presidente GS1 Italy che ha aggiunto: “L’accelerazione della digitalizzazione delle imprese italiane è uno dei pilastri del piano strategico 2023-2026 di GS1 Italy. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale che tutti gli attori adottino gli standard GS1, che generano efficienze e crescita di valore per la supply chain e, quindi, anche per i cittadini, soddisfacendo meglio le loro esigenze e contenendo gli effetti delle dinamiche inflattive“.
Il processo di pensionamento del codice a barre, a 50 anni dalla sua standardizzazione, è ormai quasi completo.
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