Quali sono stati gli elementi che hanno determinato il successo della prima edizione?
Il risultato di un evento di business dipende da diversi fattori. Nel caso di Toys Milano, è stato determinante ascoltare il bisogno degli attori in campo: se non ci fosse stata l’esigenza da parte di domanda e offerta di incontrarsi a maggio, non saremmo andati lontano. Le caratteristiche dell’evento – tempi ridotti (2 giorni), costi limitati e facilità di esposizione, ingresso selezionato a inviti – hanno poi contribuito alla massimizzazione dell’esigenza primaria, che è “fare business”.
Avete provato a quantificare il giro di affari sviluppato?
L’obiettivo di generare affari era e resta lo scopo primario di Toys Milano e può essere misurato dagli espositori sia con i contatti avuti sia con ordini registrati durante e subito dopo l’evento. A sentire le aziende, entrambe queste situazioni si sono verificate. Talvolta è difficile quantificare, ma il risultato è positivo quando, per esempio, incontro un nuovo cliente e gli presento la mia offerta di prodotto e dopo due mesi quel cliente si ricorda di un particolare articolo visto a Toys Milano e mi ricontatta. Inoltre, abbiamo ricevuto la visita di parecchi rappresentanti della grande distribuzione. Maggio è indubbiamente un periodo avanzato per la GDO e la DO e, in molti casi, gli ordini sono tutti chiusi; tuttavia il loro interesse per piccole aziende, che normalmente non hanno il tempo di visitare ma che consentono la diversificazione della loro offerta rispetto ai competitors, potrebbe rivelarsi propizia nella stagione successiva. L’evento ha appunto l’obiettivo di mettere a contatto aziende e compratori: il campo è neutro, ognuno gioca al meglio la sua partita.
Una “critica” che avete raccolto e che andrete a soddisfare?
Le critiche costruttive sono sempre gradite e contribuiscono a migliorare il nostro valore aggiunto al settore. Sicuramente posso citare lo spazio che, pur essendo confortevole, non è adeguato alle richieste (in superfici e numero di aziende) che stiamo già registrando. Passeremo pertanto dal livello -1 al livello 0 del MICO, con parcheggio interno sotterraneo, agevolando anche la fase di allestimento, che potremmo meglio chiamare “approntamento”, dato che la caratteristica degli spazi preallestiti non cambia. Inoltre, non ha funzionato al meglio il servizio delle navette destinate agli show room delle aziende milanesi o limitrofe. Forse è meglio lasciare questa opportunità – nella quale personalmente continuo a credere – alla responsabilità dei singoli espositori che possono invitare per il giorno successivo i buyer da “coccolare”, organizzandosi nel modo che ritengono più opportuno.
Gli espositori del 2016 stanno confermando la loro presenza? Ci sono richieste da nuove aziende?
Abbiamo già richieste da parte di aziende che non hanno partecipato nel 2016 e anche molte conferme e, quindi, la superficie va aumentata e migliorata. Questo non significa però rinunciare alle caratteristiche vincenti di Toys Milano: spazi limitati per ogni azienda e preallestiti lasciando che sia il prodotto a “raccontare” l’azienda e ad attirare l’attenzione del compratore. Tutto ciò contribuisce a rendere più omogeneo e bello il padiglione e – fatto non trascurabile – a calmierare i costi di partecipazione. Ho detto e ribadisco che Toys Milano non è una fiera, bensì un evento, un momento di incontro, di informazione e anche di formazione e, a tale proposito, stiamo già lavorando al nuovo palinsesto dei workshop 2017.
Ci può dare qualche anticipazione?
I workshop sono dedicati al retail. Vogliamo coinvolgere il maggior numero di presenti. Sicuramente apriremo con un argomento dedicato al Normal Trade e al suo sviluppo. Lo faremo insieme a Toy Store, che è nostro partner editoriale. Punteremo poi su temi utili per migliorare la redditività, come il mix nell’assortimento e l’analisi dei dati realizzata per noi da NPD Group. Con Milano Licensing Day, nostro partner per questo settore, tratteremo il licensing, argomento che ci sta a cuore e che incide sempre di più sulle dinamiche commerciali e distributive del settore. Concluderemo con una sessione sul web marketing per il retail. Gli appuntamenti saranno spalmati sulle due giornate, lasciando il maggior tempo a espositori e compratori per gli incontri di business.
Riproporrete le agevolazioni per i visitatori?
Sicuramente. É nostro intento contattarne direttamente il maggior numero per spiegare loro le caratteristiche dell’evento e indirizzare tutti sul sito www. toysmilano.it per un aggiornamento day by day sulle iniziative e sui servizi. Tutti i compratori del settore saranno invitati e l’ingresso sarà gratuito. Per mantenere quel clima disteso e positivo che si è creato fin dalla prima edizione, garantiremo il free buffet per tutti i presenti.
Con G! come Giocare avete creato un link tra i produttori del giocattolo e il consumatore finale, con Toys Milano un’occasione d’incontro tra aziende e canale distributivo. Significa che nella vostra visione il ruolo di Assogiocattoli è di essere “motore di sviluppo” per il comparto?
Toys Milano è organizzato da Salone Internazionale del Giocattolo Srl – l’azienda di Assogiocattoli che si occupa della gestione degli eventi – ma nasce appunto su sollecitazione dei soci e alle esigenze di questi ultimi deve rispondere nel modo migliore possibile. Sicuramente il ruolo di Assogiocattoli è creare un legame che pervade tutta la filiera: solo così il comparto può crescere e prendere maggiore consapevolezza dell’importanza che riveste, anche dal punto di vista sociale. Una delle headline utilizzate da Assogiocattoli è “Gioco cibo per la mente” e siamo fermamente convinti che proseguire nel percorso formativo e informativo dell’intero comparto, dal produttore al consumatore, possa portare benefici a tutti.
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