La Società Pediatrica Italiana presenterà oggi a Pisa, alla prima giornata del Consensus Nazionale sull’Obesità Infantile, il proprio studio sui tempi e modi dell’esposizione dei bambini alla pubblicità. È stato scelto come canale da analizzare Italia Uno e come test di confronto Rai Tre. Nel 2004 si è cominciato a tenere sotto osservazione tre ore al giorno di trasmissione (15-18) dal lunedì al venerdì per 4 settimane. «Abbiamo scelto Italia Uno – spiega Maurizio Tucci, responsabile comunicazione Spi – perché è la più vista dal target. Rai Tre invece è la più attenta ai ragazzi». Risultato: nella settimana di luglio Italia Uno ha trasmesso 647 spot (170 giocattoli) contro i 53 (0 giocattoli) di Rai. Nella settimana di dicembre sono stati 672 (386 giocattoli) su Italia uno e 44 (5 giocattoli) su Rai tre. Dalle 12 alle 15 volte di più. Gli spot sono 30 mila in media all’anno e, più precisamente, se un bambino guarda tutti i giorni Italia Uno dalle 15 alle 18 rischia di vedere ben 31.500 spot in un anno. La situazione non migliora se si prendono in considerazione i tempi: su 15 ore di programmazione di Italia Uno 4 sono di pubblicità. La durata media del singolo spot è di 20 secondi e sono trasmessi in blocchi di almeno 10. E’ soprattutto l’alimentazione che preoccupa i pediatri: nelle 4 settimane di monitoraggio sono stati calcolati 5500 spot di snack e merendine, dolci, gelati, biscotti. Esistono dei tetti per la pubblicità che sono diversi per le emittenti pubbliche e per quelle private. L’unica perfettamente in regola è risultata Rai Tre. La Società Pediatrica, intanto, ha lanciato un appello “affinché si facciano dei controlli e se questo scempio è lecito, allora le leggi vanno assolutamente cambiate» conclude Tucci.
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