Dopo la chiusura degli stabilimenti di Martinsicuro e Potenza Picena, decisa il 14 maggio dalla sezione fallimentare del tribunale di Macerata in seguito a un’istanza presentata dalla Cassa di Risparmio di Fano, si è aperto un acceso dibattito sull’immediato futuro dell’azienda marchigiana di strumenti musicali (anche in versione giocattolo). Numerose sono state le voci, in particolare di esponenti politici locali (tra cui il sindaco di Martinsicuro, Nilde Maloni), levatesi a difesa degli oltre 200 lavoratori rimasti senza occupazione in seguito al pronunciamento del curatore fallimentare. Il dibattito si è quindi arricchito del contributo delle rappresentanze sindacali, riunitesi in un’animata assemblea di fabbrica presso il teatro Mugellini di Potenza Picena, la cittadina che ospita la sede legale e amministrativa della Comus Bontempi. Secondo Cgil e Cisl, organizzatori dell’assemblea, una delle soluzioni possibili potrebbe essere l’esercizio provvisorio di gestione, con un regime di cassa integrazione speciale per gli oltre 150 dipendenti dello stabilimento di Martinsicuro e per gli 84 addetti di quello di Potenza Picena. Il pericolo da scongiurare, sempre secondo i sindacati, è l’eventualità che, a causa del fermo prolungato degli impianti, si perdano gli ordini e le commesse già in portafoglio.
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