Qual è la sua opinione sulla creazione di un’associazione di negozianti del Giocattolo in Italia?
«Credo che la comunicazione tra commercianti sia fondamentale sempre. Poter anticipare le criticità è l’unica cosa che ci può aiutare in un momento di ristagno dei consumi. Noi cerchiamo di collaborare con tutti i negozi dei centri vicini, aiutandoci in modo che se a qualcuno manca un prodotto l’altro può fornirglielo e viceversa. Non è semplice, ma va fatto».
Crede possa essere utile al mercato?
«Certo, ci dovrebbe essere però uno scambio veloce di idee e strategie comuni. Non è possibile ormai farsi la lotta sul prezzo: è un arma autodistruttiva. Ormai il problema è la marginalità, ma la stessa si supera con l’unione non con la lotta. Bisogna essere dallo stesso lato della barricata».
Secondo lei, come e con che modalità dovrebbe essere formata?
«Un’associazione snella, a costi bassi, che faccia da unione. Almeno una volta l’anno come si fanno le fiere, si fa una riunione del settore, magari prima degli acquisti natalizi, dove anche le aziende più importanti vengano a presentare i loro prodotti di punta».
Quali battaglie dovrebbe portare avanti in difesa dei negozianti del Giocattolo in Italia?
«Le aziende dovrebbero darci esclusive di linea in campagne tv e prodotti in prova per azioni in store».
Quali argomenti andrebbero affrontati?
«Formazioni continue, invasione di aziende cinesi sul mercato locale con prezzi inarrivabili e sicurezza dei prodotti».
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