Clementoni, amplia la sua offerta ai Kidult

Margherita Camilletti, Marketing Manager Italy, parla del successo dei primi mesi dell'anno e spiega come l'azienda affronterà il secondo semestre
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Quali performance avete registrato nella prima parte dell’anno?

«Luci e ombre nella prima parte dell’anno, soprattutto a causa delle incertezze derivanti dalla situazione internazionale. Difatti, dopo un inizio anno decisamente positivo con un gennaio in doppia cifra, a febbraio e marzo anche il mercato del giocattolo è stato impattato in termini negativi dalla congiuntura socio-economica e ha segnato una flessione. Noi di Clementoni abbiamo fatto sistematicamente meglio del mercato. La domanda è altalenante e ad aprile rileviamo un’ulteriore inversione di tendenza con il mercato che torna a essere positivo. Continuiamo a fare molto bene con una crescita a doppia cifra rispetto al pari periodo dell’anno passato».

Quali sono state le principali problematiche con cui avete dovuto confrontarvi?

«Siamo un’azienda manifatturiera – una sorta di “manifattura di creatività” per l’esattezza – e stiamo fronteggiando tutte le sfide tipiche di questo mondo. Su tutte, il continuo aumento dei costi dell’energia, delle materie prime, della logistica, e così via. Inoltre, stiamo affrontando importanti difficoltà di approvvigionamento, sia per la mancanza di materie prime e componentistica, sia per l’allungamento dei tempi di produzione, sia per la difficoltà nel trovare container, in particolare, dalla Cina. Sul fronte dell’offerta, nel mondo del Giocattolo, nel prossimo futuro c’è la necessità di affrontare la caduta generalizzata e incessante del tasso di natalità praticamente in tutti i principali Paesi europei, fenomeno che per necessità di cose avrà ripercussioni importanti sulla domanda di alcune categorie di giocattoli. Peraltro, nemmeno la pandemia e il lockdown hanno arrestato questa tendenza. Infatti, in particolare durante la seconda ondata di contagi registrata tra ottobre e dicembre 2020, il numero delle nascite in Italia è diminuito addirittura del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2019 (fonte dati Istat). In tale contesto puntiamo a un coerente e necessario ampiamento del target verso i kidults (giovani adulti), stringendo il focus su linee storiche per l’azienda, e oggi più attuali e forti che mai, come i puzzle e i board games che, spinti anche dalla pandemia, hanno sperimentato negli ultimi anni tassi di crescita molto forti. Infatti, il mercato dei giochi da tavolo è cresciuto del 27% in due anni (2021 vs 2019) e il mondo dei puzzle (sullo stesso biennio) è incrementato del 17%, fortemente trainato, come dicevamo prima, dal consumo dei giovani adulti, che hanno determinato una crescita del segmento puzzle adulti del 45% sul biennio 21-19. E questo lo facciamo forti, ancora una volta, della purpose nostra e di Mario Clementoni che, tra l’altro, credeva fermamente che il gioco fosse una cosa seria… “e che non bisognerebbe mai smettere di giocare, specialmente quando si diventa grandi”».

Quali sono le vostre strategie per il secondo semestre?

«Continueremo a poggiare la nostra traiettoria strategica sugli asset su cui da sempre fondiamo la nostra reputazione. In particolare, da azienda manifatturiera capace di integrare una filiera produttiva che va dall’ideazione del prodotto fino alla produzione, andremo a potenziare sempre di più la “potenza di fuoco” del nostro Made in Italy per poter gestire e assorbire tutte quelle inefficienze determinate da fattori esogeni. Anche perché la pandemia ha portato a una riscoperta del “locale” e, quindi, riteniamo che il nostro Made in Italy, oltre che un modello operativo più efficiente ed efficace, possa essere anche un argomento di vendita importante. Inoltre, lavoreremo sul rafforzamento della proposta di prodotto in termini di innovazione con un focus sulle aspettative dei consumatori relativamente all’ecosostenibilità. In particolare, andremo a concentrarci anche su aspetti quali la durabilità del prodotto e la funzionalità del packaging. Il tutto, come al solito, supportato da investimenti ingenti sugli altri nostri asset strategici, quali il brand e la comunicazione».

E le vostre previsioni?

«È davvero difficile fare previsioni in una situazione unica (nella nostra storia recente) come quella che stiamo vivendo. Il consumatore – giustamente – comincia a essere molto attento ai rincari che iniziano ad avere un impatto significativo sulla sua quotidianità. Per quanto riguarda il giocattolo, tuttavia, abbiamo rilevato che, storicamente, si registra una minore ripercussione delle crisi economiche in termini di riduzione delle vendite: perché il nostro è un settore tendenzialmente anti ciclico. Continuando a vedere il bicchiere mezzo pieno, possiamo rilevare il perdurare su livelli molto significativi della domanda per quei giochi che garantiscono una dimensione esperienziale per tutta la famiglia. Alla luce di queste premesse, mai come quest’anno il rapporto qualità/ prezzo sarà sotto la lente di ingrandimento del trade e del consumatore finale. Da qui la necessità di continuare a investire sull’innovazione di prodotto: in vista del prossimo Natale, abbiamo appena presentato la nuova collezione con più di 90 nuovi prodotti sviluppati, al solito, per rispondere alle aspettative di un cliente selettivo come non mai prima d’ora».

Puoi leggere l’inchiesta completa “High Season – Work in progress”, che fa il punto sulla prima parte dell’anno, sulle principali problematiche affrontate e sulle strategie per il secondo semestre dei principali player dell’industria del giocattolo sul numero Giugno/Luglio di Toy Store, disponibile gratuitamente su:

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