Con la sicurezza non si gioca…

Se c’è un tema sempre di attualità nel mondo del Giocattolo e in grado di appassionare i diversi attori coinvolti, dalle istituzioni ai consumatori, dalle realtà industriali a quelle distributive, scatenando sovente accesi dibattiti, è proprio quello della sicurezza. Tema che è stato al centro del seminario “Non è solo un gioco: obblighi normativi dei diversi Paesi” tenutosi lo scorso novembre presso la sede milanese di Intertek, player internazionale con oltre 130 anni di esperienza nell’ambito della sicurezza e certificazione e che oggi si pone come partner globale in grado di aiutare i clienti, anche nel mondo del Giocattolo, anche in Italia, grazie ad innovativi servizi su misura di Assurance, Testing, Ispezioni e Certificazioni.

In gioco c’è la sicurezza Ma procediamo con ordine. Cerchiamo inizialmente di capire cosa c’è realmente in gioco quando si parla di sicurezza di prodotto nell’ambito del Toys. Anche in Italia i controlli in materia di sicurezza sono ogni giorno più frequenti, in particolare per quei prodotti rivolti alle categorie di consumatori più sensibili come sono i bambini. Non più solo campagne stagionali, magari effettuate a ridosso del Natale, in Italia, come in Europa, i controlli e quindi i sequestri, sono sempre più regolari e si spalmano nel corso dell’intero anno. Le operazioni riguardano non soltanto giocattoli contraffatti e insicuri, ma anche articoli privi di marcatura CE oppure con marchiatura contraffatta. Come ha ricordato Elena Ruffino, General Manager SL&HL di Intertek Italia, la principale fonte di informazioni riguardanti le non conformità dei prodotti rilevate sul mercato a livello europeo è il Rapex (Rapid Alert System for Non-Food Dangerous Products), sistema di alert che facilita il rapido scambio di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione Europea sulle misure prese per eliminare o prevenire l’utilizzo di prodotti contenenti sostanze dannose per la salute e per la sicurezza dei consumatori (con l’eccezione dei prodotti alimentari). E sono proprio le rilevazioni del Rapex il quadro d’insieme dal quale l’industria e la distribuzione italiana del giocattolo dovrebbero partire per una riflessione comune. Nel 2016 il comparto nel quale è stato registrato il numero maggiore di non conformità è stato proprio quello del Toys con 540 notifiche, pari al 26% del totale. I rischi legati a tali non conformità? Nel 39% dei casi il soffocamento, nel 33% un rischio chimico, nell’11% delle lesioni, nel 5% dei danni all’apparato uditivo e nel 4% lo strangolamento. Dati che provano come la non conformità di un prodotto non sia solo una mera questione di aderenza normativa, ma celi in realtà il suo essere potenzialmente dannoso per la salute dei suoi utilizzatori, che nel caso dei giocattoli sono i bambini.

Non tutto il mondo è paese: le diverse normative a confronto Una volta stabilito quanto sia importante per un giocattolo essere conforme dal punto di vista della sicurezza di prodotto e capito cosa va, e cosa non va, considerato giocattolo, bisogna ricordare che nel Vecchio continente, Italia naturalmente compresa, il quadro normativo di riferimento è delineato dall’European Toy Directive 2009/48/EC. Tale direttiva, oltre a definire gli operatori economici ai quali la normativa si applica, ovvero il Fabbricante, il Rappresentante autorizzato, l’Importatore e il Distributore, definisce i diversi ruoli e obblighi degli stessi, approfondendo tematiche quali l’etichettatura, la Marcatura CE, la Dichiarazione di Conformità, il Fascicolo Tecnico e i Test di Laboratorio secondo gli standard EN 71. Ma non finisce qui, perché, come ha evidenziata Stephen Lim, Strategic Market Development Director di Intertek, la sicurezza di prodotto parla lingue, o almeno accenti, diversi nelle differenti parti del mondo. Da un confronto con la normativa europea con quella statunitense, l’ASTM F963, molteplici sono le divergenze riscontrabili tanto per quanto riguarda i requisiti fisici e meccanici quanto quelli in tema di infiammabilità del prodotto. Ma non solo, ci sono dei Paesi, come per esempio quelli del Golfo, che prevedono normative ancora più particolareggiate o che comunque differiscono a volte in modo sostanziale, sia dagli standard europei che da quelli nordamericani. Insomma, la sicurezza non è certo un tema con il quale è possibile giocare e l’imperativo, per tutti, è di non dimenticarlo mai.

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