Confesercenti: le istituzioni intervengano per contrastare il monopolio dell’online

A causa della seconda ondata di Covid-19 oltre 190mila imprese del commercio nelle zone rosse hanno chiuso, a cui si aggiungono altre 68 mila attività in Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna cui è stato imposto lo stop e altri 50mila negozi nelle gallerie commerciali per cui il divieto di apertura si estende a tutto il weekend. Confesercenti chiede a Governo e Garante della Concorrenza di intervenire: “Se continua così fino a Natale, il web sottrarrà ai negozi oltre 4 miliardi di euro di vendite, servono regole per riequilibrare concorrenza”. Gli ultimi mesi dell’anno rischiano di essere dei mesi ‘neri’ per il commercio. “ La chiusura di massa rende impossibile ai negozi partecipare ai vari Black Friday e Black Weekend, con grande vantaggio dell’online: a causa delle restrizioni nei canali di vendita fisici, in occasione della promozione circa 700 milioni di euro verranno travasati dai negozi reali a quelli sul web. Inoltre, se le restrizioni dovessero continuare fino alla fine dell’anno, il web potrebbe strappare ai negozi reali fino ad ulteriori 3,5 miliardi di euro di spesa dei consumatori per i regali e per l’acquisto di beni per la casa e la famiglia”. Confesercenti si unisce così unisce all’appello d’oltralpe ‘Per un Natale senza Amazon’ lanciato in Francia e con cui i consumatori si impegnano a non comprare regali di Natale sull’e-commerce, privilegiando i negozi locali e dei centri storici.

“Sia chiaro – afferma Confesercenti – l’e-commerce è un canale di vendita importante anche per le imprese di ‘vicinato’ che sempre di più, in particolare dopo il lockdown, hanno iniziato ad utilizzare le forme di commercio digitali. Ma che sono ancora lontane dall’avere quote di mercato paragonabili a quelle delle grandi piattaforme online: i primi venti siti web del commercio elettronico italiano totalizzano il 71% del totale delle vendite, e i primi 200 il 95%. Non solo: chi vende online, oltre a godere spesso – nel caso di piattaforme internazionali – di un fisco decisamente più leggero di quello del retail fisico, ha a disposizione anche ingenti risorse per la promozione. Non a caso le più importanti piattaforme di vendita sul web hanno avviato gli sconti del Black Friday già da fine ottobre, a quasi un mese di distanza dalla ricorrenza”.

“Il rischio è che il commercio, un settore già in crisi da circa un decennio, venga definitivamente condannato a morte – dichiara Confesercenti – portando al collasso le attività che hanno reso famose e invidiate le vie dello shopping delle città italiane. Il problema non è impedire le vendite online, ma la necessità non più differibile di garantire un mercato realmente concorrenziale, nel rispetto del pluralismo distributivo. A maggior ragione nella situazione attuale, che vede le imprese di vicinato chiuse per scelta amministrativa, con un’ulteriore alterazione delle condizioni a danno delle attività più deboli ed in difficoltà. Governo e Garante della Concorrenza – conclude Confesercenti – devono intervenire: siamo di fronte ad una distorsione gravissima della concorrenza, che dobbiamo correggere al più presto”.

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