Coverstory: L’innovazione a portata di mano di VTech

Forte di un gruppo globale da 2,2 miliardi di dollari, in soli due anni VTech ha registrato una crescita a doppia cifra nel mercato italiano del giocattolo. Con un magazzino in apertura sul territorio nazionale, il brand consolida il legame con il retail e raccoglie i primi successi, pronto a lanciare un prodotto innovativo che unirà gioco fisico e realtà aumentata
Il team di VTech al completo. Da sinistra in alto: Larisa Raimondi (Administrative Manager), Danila Grieco (National Key Account), Maurizio Pardi (Country Manager), Francesca Taglieri (Product & Marketing Manager); in basso: Anthony Jacome (Junior Product Manager) e Simona Cervi (Customer Service Manager)

C’è chi entra nel mercato in punta di piedi, e chi invece si prende subito la scena. Rientra senza dubbio nella seconda categoria VTech, brand internazionale specializzato in giocattoli tecnologici per la prima infanzia: in appena due anni dall’apertura della sede italiana (gennaio 2023), l’azienda si è distinta con una crescita a doppia cifra, conquistando spazi importanti nel canale retail, su cui continua a puntare con decisione.
Il country manager Maurizio Pardi, infatti, crede fermamente nell’esperienza d’acquisto fisica, dove i suoi prodotti “try me” possono essere visti, toccati e provati, mentre l’e-commerce è solo una vetrina che pesa per il 10% del fatturato. Parte di un colosso globale attivo in 24 Paesi, con un fatturato annuo di 2,2 miliardi di dollari – di cui circa un miliardo generato dal segmento giocattoli – VTech investe in tecnologia proprietaria, sviluppata internamente, realizzando prodotti che rispettano i più alti standard di sicurezza e privacy, con un controllo diretto su hardware, software e contenuti. Tutti i prodotti distribuiti in Italia sono localizzati in lingua italiana e progettati per stimolare l’apprendimento attraverso un’esperienza fisica e immediata. E, nell’ottica di rafforzare la presenza sul territorio, dal 2026 sarà operativo anche il primo magazzino in Italia. Un passo che si affianca alla recente acquisizione dello stabilimento europeo di Gigaset a Bocholt, volto all’europeizzazione della produzione, limitando così i rischi legati alle crescenti tensioni geopolitiche e ai dazi internazionali in crescita.
Intanto VTech si prepara al lancio di un prodotto altamente innovativo, che sarà presentato ufficialmente il 1° luglio 2025 con una campagna globale. Un articolo plug and play che unisce gioco fisico e realtà aumentata in un’esperienza educativa immersiva, pensata per bambini dai 4 agli 11 anni, anche con contenuti su licenza. A raccontare la visione e le prossime mosse dell’azienda sono Maurizio Pardi (Country Manager), Francesca Taglieri (Product & Marketing Manager) e Danila Grieco (National Key Account).

Siete soddisfatti della crescita di VTech in questi primi due anni di attività?
Maurizio Pardi: Siamo molto soddisfatti. Nonostante il mercato prima infanzia sia dominato da brand storici, in meno di due anni siamo riusciti a farci strada, ottenere visibilità nei punti vendita e guadagnare la fiducia di trade e consumatori, conquistando spazi che solitamente non vengono concessi a nuovi arrivati. Pur essendo un colosso globale, il marchio VTech era poco conosciuto in Italia, ma grazie a un lavoro mirato su distribuzione e comunicazione, abbiamo posizionato il brand in modo efficace. Non si tratta solo di “esserci”, per questo offriamo display curati, un catalogo coerente e materiali espositivi che valorizzano il prodotto. La risposta del mercato e l’apertura del retail dimostrano che stiamo andando nella direzione giusta.

Come avete chiuso il 2024 e com’è iniziato il 2025?
Pardi: Il 2023 è stato l’anno della costruzione: abbiamo definito l’organizzazione commerciale, avviato la rete distributiva e lavorato sul posizionamento del brand. Partivamo da zero, quindi ogni passo si è tradotto in una crescita a doppia cifra. Il 2024 è stato il primo vero banco di prova e ci siamo mossi su due direttrici: da un lato, l’espansione dell’assortimento – passato da 51 a quasi 100 referenze, tutte localizzate e adattate al mercato italiano – dall’altro, l’ampliamento della distribuzione, con una maggiore copertura del canale prima infanzia. A Toys & Baby Milano 2025, ad esempio, abbiamo deciso di presentarci con uno stand di 36 mq nell’area prima infanzia, separato da quello del giocattolo tradizionale, per sottolineare la nostra identità e la specificità dell’offerta. Intanto il 2025 è iniziato molto bene: nel primo trimestre abbiamo registrato un +50% rispetto allo stesso periodo del 2024, un segnale incoraggiante che ci fa ben sperare per il futuro.

Quali sono le principali novità in arrivo quest’anno?
Francesca Taglieri: Il 2025 sarà un anno strategico per VTech Italia, con diverse novità che riflettono la nostra vocazione educativa, spinta all’innovazione tecnologica e volontà di intercettare le esigenze delle famiglie. In ambito scientifico lanceremo il Video Binocolo Interattivo, che unisce divertimento ed esplorazione, con contenuti video originali BBC e una funzione night vision per esplorazioni anche in condizioni di scarsa luminosità. Un’altra grande novità riguarda l’introduzione dei primi laptop educativi bilingue, progettati per bambini dai 4 agli 11 anni, con 164 attività ludico-didattiche per sviluppare competenze cognitive, linguistiche e logico-matematiche. Saranno disponibili in due versioni colore, blu e rosa, per intercettare le preferenze di una fascia d’età in cui la componente estetica ha ancora un ruolo importante nella scelta. Infine, sul fronte musicale, lanceremo il Karaoke Light Party: un sistema compatto ma potente, con due microfoni, altoparlante di qualità e interfaccia luminosa pixelata per giochi di luci e animazioni. Il prodotto include canzoni originali VTech, composte dal nostro team interno di musicisti a Hong Kong.
Grazie al Bluetooth, offre un’esperienza completa ed è adatto anche ai ragazzi dai 14 anni in su.

A Norimberga avete presentato una novità sotto embargo. Ora potete svelare qualcosa?
Taglieri: Si tratta di un prodotto altamente innovativo, un vero punto di svolta per VTech, che sarà presentato ufficialmente il 1° luglio 2025 con una campagna globale. Unisce gioco fisico e realtà aumentata in un’esperienza educativa immersiva, pensata per bambini dai 4 agli 11 anni.
Offre tre livelli di gioco adattivi che guidano i bambini nella scoperta del linguaggio, dello spelling, della composizione delle parole e delle rime.
È un prodotto plug and play che non richiede device esterni e sarà aggiornabile nel tempo, anche con contenuti su licenza. Alcune licenze saranno già attive al lancio, altre arriveranno nel 2026, a conferma della volontà di costruire un ecosistema digitale ed educativo in continua evoluzione.

Quali sono oggi i vostri top seller?
Pardi: Tra i nostri top seller spicca il Giramondo – Video mappamondo interattivo, inserito da Circana tra le Top 5 new property del 2024.
Rappresenta perfettamente la filosofia VTech: tecnologia avanzata, integrata in modo intelligente e sempre al servizio dell’esperienza del bambino. Tutto è contenuto nel prodotto, rendendolo subito utilizzabile, sicuro e semplice anche per i genitori, senza bisogno di connessioni o configurazioni.

Quali strategie adottate per rafforzare il rapporto con retailer e distributori?
Danila Grieco: Puntiamo a costruire partnership solide e durature, non semplici rapporti commerciali. Forniamo ai retailer materiale informativo chiaro sui plus tecnologici ed educativi dei prodotti, per aiutarli a valorizzare l’assortimento e raccontarlo al consumatore. Offriamo anche supporti personalizzati: materiali POP, corner espositivi brandizzati e strumenti di sell-in e sell-out per facilitare l’esperienza d’acquisto in negozio. A questo affianchiamo una comunicazione digitale continua, con campagne social mirate e contenuti aggiornati che aumentano la visibilità del brand e supportano il trade. Tutto è orientato a fornire strumenti concreti e rafforzare la brand awareness di VTech in Italia.

Collaborate per esperienze in-store?
Grieco: Sì, ci crediamo molto e stiamo investendo in questa direzione. Stiamo valutando l’organizzazione di giornate demo nei punti vendita, per far provare i prodotti a bambini e famiglie. È una strategia che si integra perfettamente con il lancio della nostra novità del 1° luglio, per cui stiamo preparando una campagna multicanale coordinata in cui le attivazioni in-store avranno un ruolo centrale. Vogliamo coinvolgere il pubblico, aumentare il traffico nei negozi e trasformare l’acquisto in un’esperienza memorabile.

Come supportate i retailer in un momento così complesso?
Pardi: Un punto chiave è mantenere una politica prezzi coerente su tutti i canali, online e offline. Sappiamo quanto possa essere frustrante per un negoziante vedere un cliente provare un prodotto in negozio e poi acquistarlo online a un prezzo inferiore. Queste dinamiche minano la fiducia e penalizzano il retail fisico. Per questo ci impegniamo a evitare forti disparità di prezzo, anche se richiede uno sforzo maggiore da parte nostra.

Quanto pesa oggi l’e-commerce?
Pardi: L’e-commerce oggi incide per circa il 10% sul nostro fatturato in Italia. Lo consideriamo soprattutto una vetrina strategica, utile per raccontare il valore dei nostri prodotti a un pubblico ampio, anche in aree dove il retail fisico è meno presente.Tuttavia, restiamo fortemente orientati all’offline, perché crediamo che i nostri prodotti diano il meglio quando possono essere visti, toccati e provati. Sono tutti articoli “try me”, pensati per offrire un’esperienza interattiva immediata.

Avete rapporti con le catene di elettronica?
Grieco: Sì, stiamo iniziando ad approcciare questo segmento in modo più strutturato. Abbiamo avviato test per valutare il potenziale di penetrazione e la compatibilità dei nostri prodotti con questo canale. È fondamentale che l’esperienza VTech venga valorizzata nel modo giusto, quindi stiamo ragionando su spazi dedicati coerenti con l’identità del brand. L’esposizione è un aspetto fondamentale, perché i nostri prodotti sono pensati per essere provati, toccati e ascoltati. Stiamo valutando anche il canale videogiochi, che rappresenta un ambiente di naturale prossimità con la nostra novità in arrivo.

Quanto è strategico il reparto Ricerca e Sviluppo per voi?
Taglieri: L’innovazione tecnologica è da sempre uno dei pilastri di VTech. Il nostro reparto Ricerca e Sviluppo è tra i più avanzati del settore, con team dislocati tra Hong Kong, Stati Uniti (dove lavora anche il team di LeapFrog, azienda del gruppo) e Germania per la parte telefonia. È una struttura ampia e integrata, composta da ingegneri, designer, pedagogisti, esperti di contenuti e musicisti, che lavora a stretto contatto con i mercati locali per sviluppare prodotti sempre più mirati. Questa organizzazione ci rende una delle poche realtà del settore completamente integrate anche a livello progettuale. Padroneggiare internamente la tecnologia ci permette di garantire alti standard di sicurezza, affidabilità e durata.

Come garantite sicurezza e privacy nei prodotti connessi?
Taglieri: La sicurezza è una priorità assoluta. Prima di essere immessi sul mercato, tutti i nostri prodotti vengono sviluppati seguendo protocolli rigorosi, nel pieno rispetto delle normative – come il GDPR – e con un’attenzione concreta alla protezione dei dati. Collaboriamo con esperti di cyber security, interni ed esterni all’azienda, per garantire che ogni funzione connessa sia sicura, chiusa e monitorabile. I nostri dispositivi non si collegano a piattaforme aperte né navigano liberamente in rete, evitando così rischi legati a contenuti inappropriati o tracciamenti invisibili.
Inoltre, quest’anno lanceremo Explora Park, una piattaforma online proprietaria e gestita interamente da VTech, da cui i genitori potranno scaricare contenuti aggiuntivi certificati per alcuni dispositivi, come lo smartwatch.

Come bilanciate tecnologia e gioco tradizionale?
Taglieri: La tecnologia non deve mai sostituire il gioco tradizionale, ma amplificarne il potenziale. Per questo progettiamo prodotti che mantengano un forte legame con l’esperienza fisica, concreta e interattiva del gioco. Un approccio che sarà ancora più evidente con la novità in arrivo.

Come trovate l’equilibrio tra qualità, innovazione e prezzo?
Pardi: I nostri prodotti non sono di primo prezzo, e non lo saranno mai. Al loro interno c’è tecnologia autentica, contenuti educativi ricchi, hardware e software progettati su misura per l’infanzia. Spesso nel giocattolo tradizionale si punta sull’estetica, ma il contenuto è povero. Noi, al contrario, costruiamo prodotti solidi che durano e offrono un’esperienza completa. Il nostro posizionamento è coerente con il valore percepito dal consumatore, e spesso anche sorprendentemente competitivo. Un altro punto di forza è il nostro servizio post-vendita, gestito internamente, che ci permette di intervenire efficacemente in tempo reale. Non a caso, su Trustpilot abbiamo un punteggio di 10 su 10. Per noi non è solo assistenza, ma anche ascolto, anche perché il post-vendita ci restituisce preziosi feedback sul funzionamento quotidiano dei nostri prodotti.

Che impatto ha avuto l’acquisizione dello stabilimento Gigaset di Bocholt?
Pardi: Dal punto di vista operativo, l’impatto diretto è minimo, ma sul piano strategico è una mossa importante per l’intero gruppo VTech. L’acquisizione dello stabilimento Gigaset a Bocholt segna un passo concreto verso l’europeizzazione della produzione, tema sempre più rilevante in un contesto segnato da tensioni geopolitiche e dazi in crescita. Stiamo anche lavorando per ridurre i costi di trasporto e accorciare i tempi di approvvigionamento: nel 2026, infatti, apriremo il primo magazzino in Italia. Una rete produttiva e logistica europea più strutturata ci permetterà di essere più efficienti, rapidi e flessibili nella gestione delle forniture.

Se poteste cambiare qualcosa nel mercato toy con uno schiocco di dita, cosa fareste?
Pardi: Se potessi, cambierei due cose. Innanzitutto la ripresa della natalità in Italia: il calo demografico è una minaccia non solo per il settore, ma per l’intero Paese. Poi sogno una maggiore consapevolezza del valore culturale del gioco da parte delle famiglie. Il giocattolo è ancora troppo spesso visto come qualcosa per “occupare” il bambino, anziché uno strumento per stimolarlo, condividere tempo di qualità e favorire la crescita del bambino.

© Foto Marco Garofalo

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