Il 2009 ha visto il canale ingrosso in grande difficoltà a causa della crisi economica che ha colpito i mercati italiano ed europei, della fatica ad accedere al credito e delle mancanza di liquidità da parte dei clienti del dettaglio, in particolare medio-piccolo. A chiudere i battenti lo scorso anno è stato anche Albagiochi, storico ingrosso di Torino, guidato da Nanni Berruto, che ha ceduto anche i propri negozi ad insegna Toys, Quelli della Palla che Ride, la quasi totalità agli storici gestori dei singoli punti vendita ed uno, quello di Roletto, in provincia di Torino, ad Holding dei Giochi che l’ha trasformato in un Toys Center. Lo abbiamo incontrato per capire le motivazioni che hanno portato alla chiusura di Albagiochi, quale ruolo ricopre in questo momento all’interno del mercato e fare un punto sull’evoluzione del mercato del Giocattolo. Quest’anno festeggia i 50 anni nel mercato del Giocattolo. Di cosa si sta occupando attualmente?
«Mi occupo di tre Toys Center, situati ad Imperia, Cuneo e Genola, sempre in provincia di Cuneo, che si estendono su una superficie di circa 1000-1500 mq e sono specializzati, oltre che nel Giocattolo, nella Prima Infanzia. Centro Infanzia Giochi, che è una società partecipata dalla famiglia Berruto e di cui io sono presidente, ha una quota di questi tre Toys Center, di cui la maggioranza rimane, però, ad Holding dei Giochi».
Ha, quindi, scelto di restare nel mercato del Giocattolo. Ma torniamo ad Albagiochi. Cosa ha portato alla chiusura?
«Siamo arrivati alla chiusura a causa della perdita costante dei clienti, soprattutto piccoli e medi dettagli, che ogni anno, per problemi di liquidità, cessavano la loro attività o non erano in grado di pagare la merce da noi ordinata. A tutto questo, inoltre, bisogna aggiungere che cinque anni fa siamo rimasti vittime di un incendio che ci ha creato molti problemi di costi per risanare i danni subiti e da lì abbiamo iniziato ad avere un escalation di difficoltà, causate da una difficoltà di accesso al credito, scatta per colpa della crisi economica che ha colpito le banche a livello mondiale a partire dal 2008. Ho dovuto, quindi scegliere di chiudere». L’intervista completa sul numero di Toy Store Luglio-Agosto
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