Secondo quanto pubblicato dal settimanale Il Mondo, Giochi Preziosi avrebbe riscadenzato un piano per i 390 milioni di debiti. I primi passi sono stati il cambio alla guida con la nomina di Ugo Corner a vice presidente esecutivo con pieni poteri di gestione, l’ok del board Giochi Preziosi all’ultima versione del business plan 2013-2017 preparato con Bain e valicato dalla rewiev di New deal advisors e l’accordo con i creditori capitanati dalla banca agente Bnp Paribas per riscadenzaew le rate di rimborso dei 390 milioni di debiti lordi. Il tutto per arrivare, dopo l’estate, a varare un’iniezione equity di 30 milioni più altri 20 dalla cessione di Giocoplats e Como Giochi. L’obiettivo finale è quello di completare in tempi stretti il turnaround del gruppo di Cogliate, presieduto da Enrico Preziosi, all’indomani dell’assemblea di bilancio che un mese fa ha approvato i conti al 30 giugno chiusi con ricavi in calo del 16,5% (a parità di perimetro) e una perdita netta di 87 milioni che ingloba anche la svalutazione dell’avviamento di 50, prudenzialmente decisa dopo l’impairment test. Oltre all’entra di Forner, 55 anni, ex Mars, Coca-Cola, Bialetti e Pirelli Truck, restano nel cda Dario Bertè e Oddone Pozzi. Il nuovo capoazienda, che dovrà rimettere in efficienza tutta la macchina, è già coinvolto nell’uitima versione del piano che andrà in approvazione entro marzo dopo oltre sei mesi di aggiornamenti. Pochi giorni fa, dice sempre il settimanale Il Mondo, sono stati illustrati alle banche (Bnp Paribas, Barclays, Crédit Agricole, Intesa Sanpaolo, Natixis, Unicredit) che ora attendono l’ultima limatura del piano per la condivisione. Il gruppo comasc, assistito da Rothschild, h tracciato i capitoli di una possibile intesa per rinegoziare il debito dopo le richieste degli istituti formalizzate il 17 dicembre. C’è ancora un po’ di tempo perché il pool di creditori ha concesso un waiver per l’integrale utilizzo (fino a 50 milioni) della linea revolving dopo che i covenant erano stati disattesi nel bilancio a giugno e a fine anno. La manovra sarà imperniata su una rimodulazione delle rate del debito (326 milioni la posizione finanziaria netta a giugno, scesa in dicembre a 280) con posticipo di due anni fino al 2017 delle scadenza attuali. C’è anche la previsione di un margine sui nuovi parametri a garanzia. L’accordo verrà scritto nella cornice dell’articolo 67 della legge fallimentare, dato che alle banche non vengono richieste erogazioni aggiuntive, e avrà l’imprimatur di un esperto indipendente. Poi verrà perfezionata la cessione di Giocoplast (ornamenti natalizi, 16 milioni i ricavi) e Como Giochi (Carnevale, 6 milioni) ai fondi Imi sgr in accordo con un manager del settore. Il tutto per un incasso di 20 milioni comprensivo della liquidità delle due controllate. Altri 30 milioni, sempre secondo lo schema fin qui in discussione, li verseranno pro-quota i soci che hanno già dato la disponibilità. La cura ricostituente si è resa necessaria dopo che, due anni fa, erano tramontati in sequenza il progetto di ipo a Piazza Affari e l’asta tra private equità che doveva consentire l’uscita di Clessidra e Intesa Sanpaolo. L’ebitda viaggiava sul filo dei 120 milioni e si citava un valore d’impresa superiore al miliardo. Poi, però, i numeri hanno cominciato a invertire la rotta. Hanno pesato recessione, calo dei consumi e una pipeline senza giochi forti dopo il boom dei Gormiti. Al bilancio di giugno i ricavi sono scesi a 984 milioni, ma consolidando il retailer francese King Jouet, che ha portato 153 milioni di nuovo giro d’affari. L’area Toys Italia ha perso 70 milioni di ricavi, Toys International 73, mentre hanno retto meglio i negozi Toys Center con una market share del 31,6%. © RIPRODUZIONE RISERVATA In caso di citazione si prega di citare e linkare toystore.biz