Duracell Toy Survey 2006 disegna con le cifre una ludoteca immaginaria in cui giocano 900 bambini di nove paesi dai 5 agli 11 anni: il primo dato forte che emerge è che i baby italiani non sono affatto così videodipendenti e sedentari come crediamo, e che all’ipertecnologia preferiscono i giochi tradizionali, mentre i loro coetanei olandesi e tedeschi hanno messo il passato in cantina e dividono il loro spazio del gioco tra computer e vita all’aperto. In quei paesi il clima non è certo temperato come il nostro, eppure si gioca fuori, e invece i bimbi italiani se ne stanno quasi sempre chiusi in casa, e il parco, il giardino, ma anche la strada sono diventati oggetti del desiderio quasi quanto la Playstation di ultima serie, o le Barbie che continuano ad avere il primo posto nonostante Bratz, Witch e Winx. I bimbi italiani però hanno un primato: ben il 16% di loro desidera possedere un cellulare, un risultato unico in tutta Europa, anzi, il telefonino, il più interattivo possibile, è al terzo posto nelle richieste di regali per il prossimo Natale. I bambini italiani risultano quindi veloci e abili con la tecnologia, si sfidano alla Playstation, adorano i cellulari, ma poi confessano (72%) che la vera libertà è quella di giocare “fuori”, e la vera sofferenza è quella di non poterlo fare, perché 1) il tempo è brutto 2) i genitori hanno paura 3) perché ci sono troppi compiti. I genitori italiani, poi, non badano a spese, e la stima della ricerca Duracell è che nel prossimo Natale ogni famiglia spenderà 118 euro in giocattoli, destinando circa 6,3 doni a bambino, contro i 107 euro della media Ue, dove i genitori più sobri sono i belgi che si limiteranno ad un budget di 62 euro per ogni figlio.
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