Qual è la sua opinione sulla creazione di un’associazione di negozianti del Giocattolo in Italia?
«Siamo convinte che la creazione di un´associazione di negozianti sia un passo fondamentale, indispensabile per gli operatori. Senza un´ organizzazione professionale sta andando velocemente a perdersi tutto quel know-how e quelle competenze che hanno caratterizzato i negozianti al dettaglio: i “professionisti del giocattolo” vanno scomparendo. Occorre con urgenza correre ai ripari per salvare una professionalità così importante per il mercato. Bisogna farlo anche per i nostri bambini e per creare una cultura del giocattolo sostenibile: il giocattolo è veramente “cibo per la mente” e non solo un oggetto di consumo e di moda».
Come e con che modalità dovrebbe essere formata?
«Si potrebbe partire appoggiandosi alle camere di commercio per poi organizzare in modo estremamente professionale un´associazione con quote di partecipazione, una struttura manageriale ben organizzata con obbligo di assemblea. Per essere più forti sul mercato, si potrebbe anche guardare all´esempio di altri paesi (per esempio la Svizzera) e allearsi a preesistenti associazioni di commercianti di settori compatibili (cancelleria, libri, prima infanzia…)».
Quali battaglie dovrebbe portare avanti in difesa dei negozianti del Giocattolo in Italia?
«Una battaglia da affrontare con urgenza è quella sul sottocosto nella grande distribuzione o in internet. Un altro importante tema è quello della formazione professionale degli operatori del settore: su questo punto bisogna insistere e lavorare molto: la vera ricchezza e l´unica cosa che può aiutare i commercianti a sopravvivere, sono le loro competenze professionali di consulenza sul prodotto. Sul prezzo la battaglia è già persa in partenza, contro internet e grande distribuzione. Per coltivare questa formazione è indispensabile un´azione coordinata (da un´associazione di commercianti, appunto) con appoggio di industria e scuole professionali».
Quali sono oggi i problemi principali dei rivenditori di giocattoli?
«Oltre alla concorrenza (non controllabile) e alla mancanza di collaborazione tra loro, vediamo i nostri clienti sempre più affogare in un mare di burocrazia che distoglie tempo e attenzione da dedicare a cose molto più importanti, come per esempio la consulenza al cliente e la cura del punto vendita».
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