Il vincitore de Il Gioco dell’Anno 2016 è stato Pozioni Esplosive, prodotto da Horrible Games e distribuito in Italia da Ghenos Games: quali sono le caratteristiche che hanno permesso a questo gioco di ottenere l’ambito premio?
Quali sono le valutazioni della giuria, che hanno portato al vertice della classifica dei nominati il gioco Pozioni Esplosive?
«Come detto sopra, l’aspetto visivo-tattile, il regolamento introduttivo, le meccaniche che richiamano app di successo ed il fatto che comunque si tratta di un gioco divertente, coinvolgente e tatticamente profondo senza essere esageratamente impegnativo, ci hanno convinto che il Gioco dell’Anno 2016 non poteva che essere Pozioni Esplosive».
Quali sono le possibilità di successo sul mercato di Pozioni Esplosive? In che modo può essere spinto nei diversi canali distributivi?
«Sono valutazioni sempre difficili da fare. Limitandomi al mercato italiano posso però dire che Ghenos Games in questi ultimi anni è cresciuto molto, trasformandosi da editore di giochi sportivi, un settore molto di nicchia, a distributore di giochi per tutti come il bestseller Krosmaster Arena. In questa evoluzione Ghenos ha sviluppato contatti anche fuori dal mondo del gioco da tavolo e credo che questo sarà molto utile nella promozione di Pozioni Esplosive. Stiamo parlando peraltro di un gioco che, per componentistica e “form factor”, si presta anche alla Grande Distribuzione Organizzata. È sicuramente un prodotto con un’appetibilità global trade, ambito a cui Ghenos e il suo patron, Alfredo Genovese, hanno sempre guardato con attenzione, interesse e una positiva “aggressività“».
In che modo può essere promosso in Italia, ispirandosi al modello del premio tedesco?
«È difficile replicare in Italia il modello tedesco, sia perché in Germania il gioco da tavolo viene promosso sin dalla scuola materna e questo si traduce in una maggior quantità di giocatori, sia perché il tedesco, al contrario dell’italiano, si fida facilmente dei bollini di qualità e quindi compra lo Spiel des Jahres a scatola chiusa. Noi, comunque, ci proviamo a far conoscere il Gioco dell’Anno. Quest’anno la notizia del vincitore è rapidamente arrivata su testate importanti come repubblica.it, gazzetta.it, ilfattoquotidiano.it e wired.it. Inoltre, al tour promozionale che abbiamo avviato sin dalla prima edizione del rinnovato concorso, quest’anno affiancheremo una brochure di 6 facciate con vincitori, finalisti e albo d’oro. Insomma, proviamo a far conoscere non solo il vincitore, ma anche gli altri nominati, che sono altrettanto degni di nota e popolarità».
Per quanto riguarda gli altri nominati, Celestia, 7 Wonders Duel, New York 1901 e Nome in Codice, quali sono i criteri che la giuria ha scelto per selezionarli?
«I criteri sono sempre: capacità di introdurre all’attività ludica, idea di gioco, immediatezza del regolamento, qualità dei materiali e delle illustrazioni. Basandosi su questi ogni giurato ha votato i suoi 8 preferiti e dai voti assegnati è uscita questa cinquina. Anche se i primi cinque della mia lista erano diversi, devo ammettere che questi finalisti rappresentano una buona selezione per tutti i gusti. Celestia è un gioco di gestione del rischio per 2-6 esploratori, con illustrazioni molto attraenti e un’appariscente aeronave tridimensionale. 7 Wonder Duel, sicuramente il più complesso tra i finalisti, offre a due giocatori scontri molto emozionanti. New York 1901 è un solido gioco di piazzamento ambientato nella frizzante Manhattan di inizio ‘900. È il più classico dei cinque e si distingue per l’immediatezza nell’imparare le regole. infine Nome in Codice: un intrigante e coinvolgente gioco per agenti segreti ricchi di immaginazione e intuito, che dà il suo meglio in 4 giocatori o più».
Qualche anticipazione sull’edizione de Il Gioco dell’Anno 2017?
«Nessuna novità di rilievo nella formula. Come ogni anno ci siamo confrontati nella riunione di giuria, valutando se fosse il caso, in vista della quinta edizione, di inserire un premio per giochi più complessi, non dico per esperti, ma quantomeno per tutti quegli appassionati che ci hanno seguito in questi anni e non possono più essere considerati neofiti. Per il momento la risposta è stata no. Nel 2017 continueremo con la stessa formula, cercando nel frattempo di allargare la consapevolezza dell’esistenza di questo premio tra il grande pubblico. La brochure a cui ho accennato fa parte di questa operazione. Abbiamo anche modificato il logo per i finalisti e ne abbiamo liberalizzato l’uso sulle scatole (fino ad ora era permesso solo sui regolamenti).
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