Far crescere la cultura del Giocattolo

La prima edizione di Toys Milano ha ormai ottenuto il tutto esaurito: siete soddisfatti della risposta che avete avuto dall’Industria?

«Sinceramente è bello poter dire che la proposta è stata compresa e apprezzata da molte aziende; avevamo poco tempo per lanciare l’evento e abbiamo colto nel segno: evidentemente l’esigenza di incontrarsi, tra domanda e offerta in questo periodo dell’anno, è forte e concreta. Ora stiamo lavorando sodo per far conoscere il progetto, le sue caratteristiche, le sue peculiarità al maggior numero possibile di compratori, dai negozi di giocattoli, alle cartolerie, ai nuovi canali (librerie, brico, garden), ai buyer di GD e DO».

Toys Milano, però, oltre a rappresentare un’occasione di business per Trade e Industria, vuole essere anche un momento di incontro formativo per il mercato del Giocattolo: in che modo sarà articolata la proposta di incontri e seminari formativi e informativi della fiera?

«Anche qui l’equilibrio è importante: da un lato portare argomenti di interesse e ospiti di spessore, capaci di creare un vero valore aggiunto per chi ascolta e partecipa all’evento, dall’altro non sottrarre tempo prezioso agli incontri “one to one” nelle due giornate di evento. Con queste caratteristiche abbiamo creato un programma di workshop snello – un’ora al mattino e una al pomeriggio nelle due giornate – ma riteniamo significativo e di qualità».

Quali sono i temi principali che verranno affrontati e discussi in occasione di Toys Milano?

Di argomenti ne abbiamo selezionati tanti e alla fine è stato quasi difficile decidere, non volevamo però cadere appunto nella tentazione di “riempire” troppo il palinsesto, quindi ci siamo concentrati su quattro argomenti: innanzitutto il business, con un intervento sulle opportunità che il settore offre al retail, in un’ottica di partnership tra aziende e trade, coordinato da Toy Store che è il nostro media partner. Al pomeriggio del martedì parleremo di sicurezza dei giocattoli e in particolare delle responsabilità che le nuove normative attribuiscono alla distribuzione, un argomento ancora poco conosciuto dal retail, e lo faremo intervenendo direttamente noi di Assogiocattoli con la collaborazione dell’Istituto Italiano Sicurezza dei Giocattoli. Passando al mercoledì l’interesse resta alto con un incontro su dati, tendenze e consumi nel mercato italiano ed europeo del giocattolo con contributi di NPD Group e di Doxa Kids. Terminiamo in crescendo con il workshop sulle nuove opportunità della comunicazione digitale, dal web marketing ai social network, grazie all’intervento di The Digital Hub. Abbiamo lasciato almeno altrettanti argomenti interessanti per la prossima edizione».

Assogiocattoli da sempre si fa portatore e si impegna per una diffusione di una cultura del Giocattolo: come sarà declinato questo concetto in occasione di Toys Milano?

«La “cultura si settore” non si può imparare con un programma formativo, per quanto articolato, né con eventi specifici: è un processo lento, progressivo ma – se ben innescato – inarrestabile, e noi siamo stiamo lavorando dove possiamo con tutti gli operatori del settore per avviarlo bene. Toys Milano è un piccolo, piccolissimo tassello in questo processo che per funzionare deve pervadere ogni aspetto del business e non solo: dal produttore/importatore, al retailer al consumatore. E’ per questo che da anni stiamo promuovendo il concetto “Gioco, cibo per la mente”. Se qualche protagonista del settore, sia esso un venditore o un compratore, sarà uscito da Toys Milano con la consapevolezza di aver aumentato le proprie conoscenze, per gli incontri fatti, la partecipazione ad un workshop o semplicemente per aver visto “qualcosa di nuovo”, allora avremo fatto un altro piccolo passo verso la crescita della cultura del nostro settore e saremo fieri di aver contribuito a ciò».

In che modo potrebbero collaborare in questa direzione Trade e Industria? Con quali operazioni?

«Di idee ce ne sono tante ma come sempre le idee devono poi essere messe in pratica, con costanza ed efficacia. Prendiamo ad esempio G! Come Giocare, la nostra manifestazione aperta al pubblico che si tiene ad un mese circa dal Natale: l’evento è ormai un punto di riferimento per bambini e famiglie ma la mossa vincente è stata quella di spingere sempre le aziende partecipanti a far giocare i bambini nei loro stand; la mostra diventa così “la stanza dei giochi più grande che c’è” dove, tra l’altro, i bambini ne approfittano per stilare la letterina da mandare a Babbo Natale. Con spirito ancora più coinvolgente abbiamo lanciato a fine maggio di tre anni fa il Play Day, giornata dedicata al gioco, dove le aziende associate mettono gratuitamente a disposizione i loro prodotti per far giocare tanti bambini in luoghi definiti anche in collaborazione con il Comune, per il momento a Milano ma l’idea è di estendere ad altre città. Ecco, sarebbe bello e interessante che anche il trade si unisse a questa iniziativa per promuovere il gioco e il giocattolo in un momento dell’anno non certo eccezionale per il nostro settore».

Che tipo di lavoro è possibile fare, secondo Assogiocattoli, sul consumatore finale per promuovere una cultura del Giocattolo?

«Sarebbe bello lanciare una campagna su vasta scala per promuovere il valore educativo del gioco, cosa che – per quanto possibile e con le nostre forze – stiamo facendo con il nostro slogan “Gioco, cibo per la mente” e che stiamo promuovendo in ogni circostanza pubblica possibile. Ovviamente nelle nostre due principali attività rivolte al pubblico – G! Come Giocare e Play Day – spingiamo molto questo concetto. Sarebbe bello se suggerimenti, idee, possibili interventi, ci arrivassero anche dal trade in modo da lavorare insieme su questo obiettivo che è assolutamente condiviso. Perché non parlarne proprio durante Toys Milano? In fondo è lì che ci ritroveremo con aziende, agenti, trade».

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