Gli americani amano le bambole brutte. Sul mercato statunitense è scoppiata la moda delle Uglydolls: chi con un occhio di meno, chi con i denti all’infuori, chi con tre corni, gambe corte, braccia lunghe, piedi storti. Al momento sono apprezzate maggiormente dagli adulti, in quanto sono considerate una forma d’arte, espressione di creatività. Sfizio da grandi che rievoca la bambola di pezza cucita dalla nonna o un orsacchiotto sbrindellato col bottone al posto dell’occhio. Questi pupazzi sono nati quattro anni fa. David Horvath, illustratore a Los Angeles, scriveva appassionate lettere alla fidanzata Sun-Min Kim, tornata in Corea, e disegnava in fondo al foglio un pupazzetto particolare, scelto fra alcuni di sua invenzione. Sun-Min gli spedì la versione “bambola” di un bozzetto, realizzata con le sue mani. David Horvath la mostrò a Eric Nakamura, proprietario di un negozio di Los Angeles, Giant Robot. Nakamura ne rimase folgorato: “Grandioso. Ne voglio una ventina”. E’ iniziata così la scalata verso il successo. Le Uglydolls sono state presentate alle più importanti fiere americane di giocattoli: New York City Toy Fair e San Diego Comicon. Ora le Uglydolls sono esposte al London Design Museum, al Whitney Museum di New York e al Musee des Arts Decoratifs di Parigi, sono protagoniste di mostre e vengono vendute nei negozi di giocattoli e design. Nel 2004 Coca-Cola Japan ha lanciato un’edizione limitata di tappi a forma di Uglydolls. I pupazzi vengono realizzati a mano in Cina da un’azienda coreana e al momento sono dieci: Wedgehead, Ox, Babo, Cinko, Target, Jeero, Ugly Dog, Tray, Wage, Ice Bat. Sono di diversi colori e hanno un prezzo che si aggira intorno ai 24 dollari a soggetto.
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