Giocattoli: nuove strategie di distribuzione in Giappone

I nuovi punti vendita giapponesi del giocattolo si sono trasformati in mini centri commerciali con un target a 360 gradi, dagli 0 ai 99 anni. Questa nuova strategia in atto nella distribuzione è la risposta a una crisi del settore che da qualche anno ha coinvolto il Giappone. In questi anni infatti il paese è andato incontro a un drastico declino della popolazione di bambini (l’anno scorso il tasso di fertilità è sceso a 1,28 bambini per famiglia). Il business del giocattolo ha subito battute d’arresto simili a quelle registrate negli Usa, con la chiusura di molti punti vendita. Dieci anni fa c’erano circa 6.000 rivenditori al dettaglio nel paese, oggi sono meno di mille. Per far fronte alla situazione il mercato toy ha riformulato le proprie strategie di marketing. Oggi l’industria giapponese del giocattolo si rivolge a un target dagli 0 ai 99 anni e i rivenditori al dettaglio hanno modificato offerta e layout. Una volta entrati nel punto vendita diviene chiaro perché vi sia tra i clienti un range d’età così largo: oltre a un incredibile assortimento di prodotti, vi è moltissima interazione. Molti negozi vantano infatti sale giochi che attraggono ugualmente ragazzi e ragazze di ogni età, così come i genitori e i nonni. Oltre alle sale giochi, i rivenditori al dettaglio di Tokyo hanno anche sezioni di dolci, fumetti, accessori e gadgets per teenager (comprese magliette, calze ed altri articoli di abbigliamento), novità hi-tech, prodotti su licenza. Modellini Brio, Playmobil, Lego, principesse Disney, Sylvanian Families e Miffy sono ovunque. La vendita al dettaglio sembra insomma voler competere direttamente con le grandi catene di centri commerciali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare toystore.biz