Giocattolo: import dalla Cina, Milano in testa

E’ lo scambio dei doni la tradizione natalizia a cui sono più legati due italiani su cento. E fra i regali molti saranno giocattoli: oggetto dei desideri infantili ma anche potenziale fonte di rischio per i più piccoli. Lo ricorda la Camera di commercio di Milano. Facile infiammabilità, scarsa resistenza alla rottura e allo strappo, tossicità, eccessiva rumorosità o indicazione errata delle fasce di età sono alcune tra le infrazioni contestabili a fabbricanti e importatori. I giocattoli continuano ad essere prodotti ad alto rischio sicurezza. Secondo la Commissione europea, oltre un prodotto altamente pericoloso su tre (37%) riguarda l’infanzia tra giocattoli (417 notifiche nel 2007, 31% del totale circa, +7 punti percentuali rispetto al 2006), articoli per l’infanzia e equipaggiamento per bambini (89 notifiche, 6% del totale 2007). Soffocamento e tossicità i rischi più comuni. Nei primi sei mesi del 2008, riferisce ancora la Camera di commercio che propone i dati elaborati su sondaggio Cedcamera, dati Istat 2007 e Rapex 2006, l’Italia ha importato giocattoli per oltre 453 milioni di euro, di cui quasi la metà (47%) proveniente dalla Cina, a fronte di esportazioni verso questo stesso Paese pari a meno di 1 milione di euro, esportazioni di giocattoli italiani verso il gigante asiatico che crescono però del 405% rispetto al 2007. Il 37% delle importazioni di giocattoli made in China, per un valore di oltre 79 milioni di euro, è arrivato in Lombardia e l’81% di queste ha avuto come destinazione Milano (quasi 65 milioni di importazioni, il 30% del totale italiano).

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