Giochi Preziosi: Cinven tratta per ingresso, ma c’e’ distanza sul prezzo

Cinven tratta l’acquisto di Giochi Preziosi, ma resta una chiara distanza sul prezzo con i venditori. Il fondo proprietario di Avio, secondo quanto risulta a Radiocor, metterà nero su bianco entro una settimana un’offerta preliminare che costituirà la base per trattare l’ingresso nel primo gruppo dei giocattoli italiano che ha una quota di mercato superiore al 25%. La transazione non si annuncia semplice: gli attuali azionisti forti in uscita, in particolare il veicolo Lauro 22 controllato da Clessidra, avrebbero in mente un’enterprise value di circa 1-1,1 miliardi per l’intera Giochi Preziosi. Una valutazione piuttosto lontana da quella di Cinven. Giochi Preziosi, dopo aver riportato ricavi per 940 milioni e un ebitda di 115 milioni a giugno 2010, si appresta a chiudere l’esercizio in corso con ricavi superiori al miliardo e un ebitda di 125-130 milioni. L’attuale piano industriale, predisposto dagli amministratori delegati Oddone Pozzi e Dario Bertè, ha l’obiettivo di portare il giro d’affari a superare gli 1,4 miliardi nel 2014 con un margine operativo stimato a 180 milioni. Primo azionista del gruppo è il fondatore Enrico Preziosi, titolare del 42%, che intende reinvestire con i nuovi partner finanziari. Il dossier Giochi Preziosi circola sui tavoli dei principali private equity da qualche mese, da quando è stato congelato il progetto di quotazione in Borsa per tentare un terzo round con i fondi dopo quelli con 3i e la stessa Clessidra. I contatti, che vedono Bank of America-Merrill Lynch advisor dei venditori, hanno coinvolto diversi soggetti come Axa Private Equity, Charterhouse e Carlyle, ma i colloqui preliminari con questi potenziali investitori si sono raffreddati davanti a una richiesta economica considerata eccessiva soprattutto in merito due criteri di valutazione: uno strettamente finanziario e uno strategico. Il primo riguarda le modalità di calcolo del margine operativo lordo di gruppo: Giochi Preziosi, infatti, consolida al 100% i margini realizzati da alcune su società (in particolare Giochi Preziosi France, Espana, Hellas, Shanghai Kaleeto) controllate con poco più del 50%, una scelta che finisce per “pesare” sulla valutazione economica complessiva della società visto che l’incidenza delle minorities sull’ebitda complessivo di gruppo è di circa 15 milioni. Il nodo, oggetto di confronto tra venditori e potenziali compratori, è – secondo quanto si apprende – ritenuto comunque non insormontabile da soggetti vicini alla trattativa. Più strategico il secondo nodo legato alla tradizionale natura temporanea degli investimenti di private equity. La leadership di Giochi Preziosi solo sul mercato italiano, nonostante le quote in crescita su altri paesi, è ritenuta dai fondi come un fattore di debolezza non in termini assoluti ma nell’ottica di cedere il controllo della società tra 3-5 anni realizzando ritorni significativi. I grandi colossi del settore come Mattel o Hasbro – è il ragionamento che circola tra advisor e operatori – difficilmente sarebbero disposti a pagare cifre troppo elevate per assicurarsi principalmente la leadership italiana. In termini assoluti però l’estero resta il driver della crescita di Giochi preziosi che realizza fuori dai confini italiani circa il 70% del fatturato: il gruppo è attualmente il quarto operatore dei giocattoli in Spagna, il settimo in Francia e l’ottavo nel Regno Unito. Fonte Il Sole 24 Ore

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare toystore.biz