Qual è la vostra opinione oggi sul mercato del Giocattolo?
Restringiamo subito il campo: noi viviamo il segmento del gioco di società e possiamo tranquillamente affermare che la crescita è senz’altro considerevole. La nostra azienda è passata dai 2,4 milioni di euro di fatturato del 2015 ai 4,1 milioni del 2016, con previsioni di crescita percentuale identiche per il 2017.
In quale direzione si sta evolvendo questo segmento così promettente?
La direzione è ben chiara: il gioco di società si sta nuovamente diffondendo nella cultura italiana. In realtà non è mai scomparso, quello che mancava era un taglio di giochi che fosse graficamente attraente, facile da imparare e giocare, e straordinariamente coinvolgente. I nostri party game (Dobble, Dixit, Concept ecc.) stanno spalancando questo mondo e aprendo la strada a una nuova categoria di giochi strategici, capitanata da Ticket to Ride.
Quale è la vostra opinione sulla situazione della distribuzione oggi?
Ancora una volta restringendo il campo al segmento del gioco di società, dobbiamo dire che abbiamo ancora un lungo cammino davanti. I problemi maggiori sono la scarsa conoscenza del settore e delle sue potenzialità, e il rifiuto categorico a voler intraprendere un percorso che invece porta grandi frutti. Per vendere i giochi bisogna conoscerli. Si tratta di un assioma semplice e complicato al tempo stesso ma che in realtà è la base di qualsiasi attività. L’aspetto divertente legato a questa nota è che nella stragrande maggioranza dei casi, se riusciamo a far giocare un negoziante, la reazione è sempre entusiasta. E l’entusiasmo spesso si trasforma in vendita.
E sullo sviluppo dell’e-commerce in Italia?
In questo caso l’e-commerce sta giocando un ruolo fondamentale: noi svolgiamo un’intensa attività di marketing direzionata al pubblico finale. Il risultato più immediato è che la gente cerchi e voglia acquistare i nostri giochi, e non avendo ancora una copertura capillare sul territorio italiano in termini di distribuzione è automatico che il cliente si rivolga all’e-commerce. Se in alcuni casi questo può essere funzionale e positivo, noi però crediamo fermamente nel valore del negozio fisico. I giochi di società vanno spiegati, rappresentano emozioni che vanno veicolate, e questa cosa non può avvenire nell’e-commerce, da definizione stessa del mondo digitale. I negozi fisici nel nostro settore hanno di fatto un grande vantaggio che è la natura stessa di ciò che vendiamo. Spesso sentiamo dirci: “Se si trova online non lo vendo io”, ma nel caso dei giochi di società è esattamente il contrario, ovvero la gente lo cerca online perché non lo trova altrove.
Quali consigli vi sentite di rivolgere al Normal Trade per affrontare al meglio il nuovo anno?
Ribadiamo le cose già dette in precedenza: quello che può difendere il Normal Trade dall’e-commerce non è emularne le politiche di vendita, bensì fornire un servizio che l’e-commerce non può dare. Quindi la professionalità, l’informazione ma soprattutto le sensazioni che spesso determinano l’acquisto. Nel gioco di società questo meccanismo è essenziale, chi sceglie un gioco vuole sentirsi dire che il gioco è bello da qualcuno che l’ha provato, vuole provarlo se è possibile, e vuole capire a quale tipo di divertimento va incontro. La relazione cliente-negoziante ne esce rafforzata e il valore dell’acquisto prescinde dall’importo speso. Aggiungiamo che a differenza del giocattolo, dove l’utilizzatore è principalmente il bambino, nei giochi di società è l’adulto che trova gli spunti maggiori, sia in termini di condivisione che di divertimento personale.
Quali obiettivi e previsioni per il 2017?
Nel nostro caso ci sarà il cambio di denominazione ufficiale da Asterion Press ad Asmodee Italia e la previsione è di crescere ulteriormente soprattutto nell’ambito dei dettagli specializzati, in modo da completare il percorso di diffusione capillare che abbiamo appena intrapreso. L’impressione è che siamo solo a un 10/20% di quello che il mercato può rappresentare per la nostra azienda.
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