Qual è la sua opinione oggi sul mercato del Giocattolo?«È inutile negare l’evidenza di un’economia globale fortemente in difficoltà che ha avuto ripercussioni sui più svariati settori, influenzando negativamente anche il mercato del giocattolo.Il potere di acquisto del consumatore si è ridotto notevolmente, pertanto il valore dello scontrino medio ha subito una contrazione non indifferente. Tra le cause di difficoltà di approvvigionamento del “dettaglio” vi è una sempre minore disponibilità di liquidità, situazione che si ripercuote sui grossisti e, in ultima istanza, sulle aziende. Ritengo che un problema portante consista nell’esigibilità del credito: chiusure di attività e ritardo nei pagamenti sono una costante; l’affidabilità del cliente è così inevitabilmente legata ad un filo sempre più sottile, con l’effetto che spesso anche la credibilità e la fiducia nei confronti dei clienti “storici” viene a mancare. La conseguenza che discende da questo scenario vede l’azienda costretta, a seconda dei casi e della loro gravità, ad operare una selezione nel numero dei clienti».In quale direzione si sta evolvendo?«Proprio alla luce di quanto detto sopra, ritengo che l’evolversi dei fatti vedrà attuarsi una naturale ristrutturazione delle aziende e del loro bacino clienti. Una carta vincente è quella che molti punti vendita al dettaglio stanno perseguendo come risposta alla situazione del mercato, vale a dire una crescente specializzazione con proposte mirate ed attente alle esigenze del cliente finale. Altrettanto importante è la selezione attenta dei fornitori. Poter contare su un partner affidabile e propositivo, che investe sul prodotto e sulla sicurezza, in grado di offrire un ragionevole rapporto qualità-prezzo, sono condizioni imprescindibili, oggi come ieri». Qual è la sua opinione sulla situazione della distribuzione oggi nel Giocattolo?«Per i motivi sopraccitati anche la distribuzione è cambiata. La figura del grossista, che in passato ha avuto un peso importante, oggi si sta ridimensionando. In alcuni casi vi sono grossisti lungimiranti che hanno risposto alle difficoltà del momento aprendo dei propri punti vendita al dettaglio. Per contro, i retailers più attenti, cercano sempre più di approvvigionarsi direttamente dall’azienda per poter scegliere fra un assortimento più completo che per ovvie ragioni il grossista non può proporre». E sullo sviluppo dell’e-commerce in Italia? «L’e-commerce in Italia è una realtà abbastanza limitata rispetto ad altri paesi, anche Europei, ciononostante è sotto gli occhi di tutti come stia aumentando di portata anche tra i confini nazionali. Alla luce di questo ritengo che sarà una fetta importante del commercio nei prossimi anni, per questo lo si osserva con attenzione con la consapevolezza che sarà un baluardo da presidiare nell’immediato futuro. Il timore che a soffrirne saranno i negozi, si può scongiurare dal momento che nel proprio piccolo ogni realtà può istituire questo nuovo metodo di vendita senza la pretesa di far concorrenza ai grandi e arcinoti colossi, ma con la consapevolezza di offrire un servizio il più completo possibile anche al cliente abituale». © RIPRODUZIONE RISERVATA In caso di citazione si prega di citare e linkare toystore.biz