Il manager del mese: a colloquio con Marina Colombo

Qual è la sua opinione oggi sul mercato del Giocattolo?

«Negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi cambiamenti che stanno lentamente scardinando alcune peculiarità del mercato italiano: le quote di mercato sono più mobili, le logiche dei vari players sono in continua evoluzione e lo scenario è diventato più competitivo anche a livello di comunicazione televisiva, dapprima strumento ad appannaggio di pochi, è diventata ora un investimento imprescindibile per ogni azienda. A mio avviso, adesso il consumatore italiano è più attento al rapporto qualità/prezzo, è sensibile al brand ed è interessato al contenuto innovativo di un prodotto. Di conseguenza, sono queste le aree su cui l’azienda deve focalizzare la propria attenzione, e mi pare che molte realtà lo stiano già facendo con successo».

In quale direzione si sta evolvendo?

«Credo che in questo momento il mercato italiano sia in grado di offrire opportunità interessanti, e questo è confermato anche dall’attenzione che il nostro territorio sta registrando da parte di realtà multinazionali che hanno deciso di consolidare partnership di distribuzione o addirittura di operare direttamente con una struttura propria».

Qual è la sua opinione sulla situazione della distribuzione oggi nel Giocattolo?

«La distribuzione in Italia è molto frammentata, almeno per quanto riguarda il Normal Trade.

Rispetto ad altri paesi, in Italia mancano le centrali d’acquisto: se i dettaglianti si organizzassero in consorzi acquisterebbero un maggior potere contrattuale nei confronti dell’industria, potrebbero fare richieste specifiche ed ottenere prodotti esclusivi per contrastare la GD. Dall’altra parte, oggi secondo me l’industria sarebbe anche pronta ad operare in modo diverso con il dettaglio e ad investire su di esso più di quanto abbia fatto in passato».

E sullo sviluppo dell’e-commerce in Italia?

«Sicuramente il giocattolo è una categoria merceologica che si presta ottimamente alla vendita online e in altri paesi sta da tempo generando fatturati importanti. In Italia l’e-commerce è praticamente all’inizio, ma secondo me è già possibile valutare la portata del fenomeno con particolare riguardo al potenziale di crescita. L’acquisto online non soppianterà l’acquisto nel punto vendita ma lo affiancherà, e la vetrina virtuale diventerà un requisito imprescindibile per molte realtà distributive».

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