La storia di Flora comincia nel 1959 a Como e si deve all’intraprendenza dai coniugi Dino e Bice Ranieri che, una volta chiusa la multinazionale nella quale lavoravano, decidono di investire le loro liquidazioni per mettersi in proprio. Con l’acquisto dei primi macchinari nasce l’allora Flora Artificiale, che in pochi anni diventa una delle principali aziende del settore fino alla partecipazione alla prima fiera dedicata al Natale a Milano nel 1963. A ripercorrere la storia per Toy Store è Simone Ranieri, rappresentante della terza generazione della famiglia fondatrice. «Gli anni ’70 vedono l’ingresso in azienda di mio padre Gianfranco Ranieri al quale viene affidata la ricerca di nuovi prodotti e nuovi materiali Ranieri – continua Simone Ranieri – Nel 1989 alla scomparsa di mia nonna Bice, mio padre e mio nonno decidono di diminuire la produzione in Italia e inizia gradualmente l’importazione dall’estero, fino ad arrivare al 1998 quanto cessa completamente la produzione nel nostro Paese e l’azienda si dedica al 100% all’importazione».
Ormai il vostro business è quindi tutto dedicato all’importazione. Dove nascono i prodotti a marchio Flora? «Da quasi 30 anni importiamo prodotti dalla Cina, mentre negli ultimi due anni abbiamo iniziato a produrre e collaboriamo con un’azienda di articoli e decorazioni in ferro e prodotti naturali sita in Bulgaria, reintroducendo così un po’ di made in Europe nella nostra produzione. Ma procediamo con ordine: il primo viaggio in Cina di mio padre risale a trent’anni fa, quando il Paese non era ancora nella maniera più assoluta la potenza che è ora. In quell’occasione conosce un giovane manager di Hong Kong, Kelvin Chik, con il quale, dopo alcuni anni di rapporto lavorativo, e di amicizia, inizia una partnership volta alla produzione di alberi di Natale artificiali. Una partnership che resiste agli anni e che oggi vanta oltre 20 anni di esperienza nella produzione, controllo qualità e conoscenza dei materiali. Dalle competenza portate in Cina da mio padre si arriva così oggi alla realtà, controllata da Kelvin Chik e dalla sua famiglia, presente ad Hong Kong con un grosso showroom e a Dongguan con una fabbrica che ormai conta tra i 400 ed i 500 dipendenti».
Quali sono i vostri clienti principali? «La nostra clientela è sempre più specializzata e tecnica, e appartiene soprattutto al mondo del brico, dei garden più prestigiosi e dei negozi dedicati. Si tratta di realtà che puntano ad avere prodotti di alta gamma con un rapporto qualità-prezzo ottimo. Esponiamo da sempre le nostre nuove collezioni ad Homi/Festivity a Milano e da tre anni siamo presenti anche a Christmas World di Francoforte, la principale fiera del Natale a livello mondiale. Tutti questi sforzi ci stanno permettendo di ottenere ottimi risultati in Europa, con clienti in Spagna, Inghilterra, Germania, ma non solo. Abbiamo ormai clienti anche in Giappone, alle Hawaii e in Sud America».
Per il Natale 2017, quali trend propone Flora? «Il Natale Flora è sempre molto tradizionale, con oro e rosso in tutte le varianti e sfumature, ma sempre molto attento ai nuovo trend. Per quanto riguarda le decorazioni quest’anno abbiamo voluto introdurre prodotti che richiamassero la natura e i suoi colori. Proponiamo poi una nuova linea di pupazzeria e delle ceramiche molto particolari che nei prossimi anni amplieremo e svilupperemo. Per quanto riguarda l’albero, nostro business principale, abbiamo in catalogo più di 40 modelli in diverse misure e nei materiali PVC, PE/PVC e FULL PE. In questo caso il trend s’indirizza verso gli alberi slim, dato che le case sono sempre più piccole».
Flora è una realtà molto attiva a livello sociale e attenta all’ambiente. Ci racconti meglio «La storia di Flora è da sempre legata all’impegno ambientale e sociale. Qualche anno fa, per esempio, era stata promossa, con l’associazione Amici della Natura, una campagna contro la deforestazione dell’Amazzonia. Da diversi anni, inoltre, la nostra famiglia ha creato l’ associazione Karibuni Onlus, che promuove il diritto all’istruzione. Inoltre Flora oggi sostiene una grande fattoria, che si chiama “Flora Garden” e il cui obiettivo è di produrre cibo per i bambini delle scuole, creando nel contempo sempre nuovi posti di lavoro».
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