Lego: alla conquista del target Girls

Quello delle ragazze è un settore in cui “non smetteremo mai di provare”, spiega Knudstorp, amministratore delegato Lego dal 2001. «Penso che ci sia qualcosa di genetico che ci spinge verso i ragazzi, ma possiamo fare di meglio». Convincere le bambine a convertirsi al Lego significa lavorare per cambiare l’atteggiamento mentale dell’azienda, e impegnarsi anche sulla clientela online. Per questo la società vuole lanciare nel 2009 un Universo Lego online, per entrare in un mercato in fase di boom che ha dato vita a successi come Second Life e World of Warcraft. Ma deve vedersela con una forte concorrenza. «Sembra che con i bambini di più di 6 anni vogliono usare il loro tempo così, dedicandone meno a giocare con giocattoli tradizionali – spiega l’analista di Sterne Agee Margaret Whitfield. «E sembra che molti produttori si stiano spostando verso quel settore». Di nuovo c’è chi dice che i mondi online sono una cosa da maschi, ma Whitfield sottolinea che molti dei nuovi prodotti di questo tipo realizzati dai fabbricanti di giochi sono in realtà diretti alle femmine. L’anno scorso, giochi classici come Lego City hanno contribuito alla crescita e a un aumento del 4% nel profitto operativo di 1 miliardo e mezzo di corone, così come hanno fatto linee moderne come Star Wars. Ma Knudstorp prevede che la doppia tendenza dell’invecchiamento della popolazione e del prolungamento dell’età giovanile nei mercati-chiave metta in difficoltà nei prossimi anni i produttori di giochi più tradizionali. «Ci sarà ancora spazio per i classici davvero importanti, ma molti giochi tradizionali semplicemente smetteranno di esistere».

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