Licensing&Contraffazione: è necessario agire su più fronti

L’Italian Licensing Industry Survey 2017, la ricerca sul mondo del licensing in Italia elaborata e pubblicata da PwC, in collaborazione con il Lima, ha rilevato che il fenomeno della contraffazione, soprattutto di beni licenziati, è in aumento. Toy Store ne ha parlato Margherita Rampinini, Senior Manager di PwC Forensic Services.

Quale situazione registrate per quanto riguarda la contraffazione all’interno dell’universo Licensing?

«La tendenza, rilevata dall’Italian Licensing Industry Survey 2017, è confermata anche dai dati dell’Ocse, relativi all’analisi Trade in Counterfeit and Pirated Goods, che segnalano che il commercio internazionale di prodotti contraffatti e della pirateria valgono circa 340 miliardi di euro, pari al 2,5% degli scambi commerciali globali. Tale dato è correlato al fatto che sono aumentate le opportunità di “fare” contraffazione, ovvero non solo la contraffazione di brand e prodotti permette di produrre a basso costo senza investimenti in ricerca e sviluppo, design, pubblicità e promozione e adeguamenti normativi, ma soprattutto è coadiuvata nella divulgazione e distribuzione grazie alla globalizzazione e al commercio on-line. Dalla ricerca Ocse, infatti, risulta che circa il 60% della merce contraffatta distribuita in Unione Europea è arrivata tramite posta e piccoli pacchetti. I beni più colpiti dal fenomeno sono per lo più quelli di lusso, nonchè prodotti più sensibili per i consumatori come farmaci, giocattoli, alimenti, cosmetici. La produzione su larga scala di prodotti “fake” di queste categorie produce gravi conseguenze sull’economia globale, riducendo notevolmente gli introiti da royalties per lo sfruttamento dei relativi marchi e brevetti».

Quali fattori hanno influenzato, in questi ultimi anni, l’evoluzione della pirateria nel l’universo dei prodotti su licenza?

«Occorre sottolineare che l’evoluzione del fenomeno in questi anni è stata influenzata da un altro fattore, altrettanto dilagante e incontrollato, ovvero la diffusione dei social media e degli influencer. Seguire sui social i vari “influencer” e ambire allo stesso stile di vita, porta i giovani alla ricerca del successo e del lusso a tutti i costi. In tal modo diventa fondamentale condividere la propria vacanza su spiagge caraibiche ed indispensabile pubblicare “selfie” con occhiali e borse griffate. Questo meccanismo scatena nei giovani l’acquisto consapevole di prodotti contraffatti al solo scopo di mostrare una realtà a volte diversa da quella in cui vivono e che, purtroppo, nella società odierna non è considerata sufficientemente “cool” e degna di “like”. La conferma ci viene da una ricerca condotta da Indicam “Conoscere i giovani: consumatori e influencer” pubblicata nel febbraio 2016, che dimostra che i giovani non hanno percezione della gravità del fenomeno della contraffazione al punto che, al momento del questionario, circa 25% dei ragazzi ha ammesso di avere con sé almeno un oggetto contraffatto».

Quali strumenti possono utilizzare i player dell’Industria per tutelarsi da questo fenomeno?

«Di fronte a questa realtà, supportiamo le aziende a prender coscienza del fatto che l’implementazione di strumenti fisici anticontraffazione non è sufficiente. L’Italian Licensing Industry Survey 2017, infatti, mostra che le aziende utilizzano dispositivi anticontraffazione come ologrammi, barcode, certificati di autenticità, codici alfanumerici, radiofrequenza, ma il fenomeno è comunque sempre in crescita. La nuova sfida per l’Industria è attivare politiche e strategie di comunicazione con duplice obiettivo. Da un lato trasmettere al consumatore i danni che derivano dall’acquisto di merce falsa, come ad esempio pericoli connessi alla sicurezza intrinseca dei prodotti, specie in alcuni settori come quello farmaceutico, automobilistico, alimentare, cosmetici e giocattoli; negazione dell’esperienza d’acquisto poichè se i prodotti contraffatti o pirata sono acquistati al di fuori dei legittimi canali commerciali sarà impossibile per il consumatore accedere ai servizi post-vendita o beneficiare di alcuna forma di garanzia e impatto economico nel caso in cui i prodotti contraffatti vengano acquistati da alcuni siti satellite che chiudono dopo il pagamento senza inviare la merce, palesandosi in questo caso una vera e propria frode. Dall’altro fidelizzare i clienti con attività di sensibilizzazione dei propri prodotti, puntando a distinguersi anche attraverso mezzi differenti quali certificazioni, tracciabilità, sostenibilità, welfare».

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