Quali dati avete riguardanti la contraffazione dei prodotti appartenenti all’universo del Licensing?
«L’industria della contraffazione non pubblica i propri bilanci, né tanto meno li fa certificare da società di auditing. Ancora più difficili da valutare sono i danni derivanti dalla contraffazione in quanto le aziende non pubblicizzano eventi o casi riconducibili a questo fenomeno anche per ragioni di riservatezza ed impatto mediatico. Le cifre relative alla contraffazione sono pur sempre approssimative posto che, anche quando pubblicate da qualificati Enti od Agenzie Nazionali ed Internazionali, risentono dell’oggettiva impossibilità di eseguire l’analisi esaustiva del fenomeno a causa della “natura clandestina” dell’attività considerata».
Qual è la situazione in Italia?
«L’Italia da sempre risulta uno dei maggiori consumatori e produttori di merce contraffatta. Infatti, il 60% della produzione mondiale di merce contraffatta è destinata all’UE e l’Italia è uno dei primi consumatori in Europa di merce contraffatta o importata illegalmente».
Che tipo di strategia offrite quando si parla di Brand Protection?
«Offriamo una strategia ad ampio raggio che comprende sia un approccio preventivo, con valutazioni del rischio e successiva identificazione e implementazione di contromisure, sia un approccio difensivo per casi già identificati, come supporto ai legali, ricostruzione della filiera produttiva, perizie di parte, quantificazione dei danni».
Come si crea un programma anticontraffazione mirato e strutturato per la tutela della proprietà intellettuale?
«Un programma di anticontraffazione si costruisce con il tempo e partendo da una valutazione del contesto in cui opera l’impresa, dal rischio di contraffazione a cui è esposta, dall’appetibilità dei suoi prodotti sul mercato, dalla facilità di riproduzione e collocamento sul canale distributivo. In seguito si costruisce un action plan per ridurre al minimo il rischio contraffazione prevedendo sia azioni legali sia procedure operative che coinvolgono strutture interne all’azienda con diversi ruoli (ufficio legale, ufficio commerciale, security, ecc) e strutture esterne all’azienda come ad esempio ufficio delle dogane, GDF, Falstaff, ecc. Si tratta di un processo molto lungo e laborioso i cui vantaggi, purtroppo non sono facilmente individuabili. Infatti, risulta difficile quantificare il ritorno dell’investimento su qualcosa che non è accaduto perché, grazie alle procedure implementate, è stato evitato».
Quali servizi si possono costruire per una reale lotta alla contraffazione e conseguente tutela del marchio?
«Valutazione dei rischi connessi ai diritti di proprietà intellettuale attraverso un’analisi del mercato in cui opera la vostra azienda e dei processi aziendali interni; sviluppo di strategie adeguate per la gestione ed il monitoraggio di tali diritti; configurazione di un programma di test che valuti la conformità alle disposizioni previste nel contratto di sfruttamento del diritto; assistenza ai consulenti legali per l’analisi e la quantificazione degli effetti economici dei contratti; assistenza nella gestione dei rapporti con le istituzioni competenti, le autorità doganali e la GDF; assistenza nella comprensione delle clausole contrattuali; monitoraggio dei prodotti contraffatti e di dubbia provenienza (verifiche prezzi, qualità prodotti, acquisto per perizia su provenienza e autenticità)».
A quali benefici porta?
«In generale i benefici sono sia a livello economico sia di immagine. Infatti si riduce il rischio per danni ai consumatori (pensiamo al settore del giocattolo) aumentandone contemporaneamente l’appeal su di essi. Più in generale, l’implementazione di un programma anticontraffazione mirato e strutturato porta ad un beneficio diretto per il titolare del diritto di proprietà intellettuale in quanto consente: il recupero del fatturato; il rafforzamento della posizione di mercato; la rivalutazione del diritto di Proprietà Industriale e dell’esclusività del prodotto, soprattutto per i marchi celebri, che godono di elevata notorietà; il riposizionamento dell’immagine sul mercato; il recupero degli investimenti promozionali».
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