Lima: i trenini salvati da 10 milioni di euro britannici

Lima, specializzata nel settore del modellismo con i trenini Rivarossi e quelli francesi Jouef, doveva presentare due istanze di fallimento il prossimo 10 marzo. Grazie ai 10 milioni di euro portati da un’offerta britannica, Lima potrà pagare il 100% dei creditori privilegiati e almeno il 40% dei creditori chirografari, come prescritto dalla legge.Il fatturato dell’azienda è passato dai 25 milioni di euro del 1996, ai 6 milioni di euro dell’esercizio chiuso il 31 dicembre 2003 (altri risultati negativi vedono i 23 milioni di euro del 1998 passati a 11 milioni di euro per il fatturato del 2001). I debiti ammontano a 13 milioni di euro, con il rischio ovviamente di licenziamento per i 90 dipendenti dislocati nella sede di Brescia e nello stabilimento di Isola Vicentina. Nel settembre 2002 il Presidente Paolo Prandi aveva lasciato Lima che ha visto così suddiviso il proprio capitale azionario: Stargate 70% (finanziaria lussemburghese), Penteco 15%, Banca Bipop 15%. La situazione di crisi vede l’entrata, nel ruolo di consulente, dello studio legale Baker&McKenzie che ha trovato l’investitore inglese, offerta che ha già avuto l’approvazione dei soci per l’assenso al concordato preventivo. Il giudice adesso deve valutare la proposta finanziaria d’oltre manica, nominare un commissario giudiziale e innescare così il meccanismo che porterà al pagamento dei creditori e al salvataggio dei marchi italiani di modellismo.

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