Sono 250 milioni i bambini sotto i 17 anni a lavorare nelle industrie. Lo denuncia l’Ilo, International Labour Organization, in un’indagine condotta dall’Osservatorio sul lavoro minorile presso il ministero del welfare. Di questi 170,5 milioni svolgono lavori pericolosi, il 5,7% è costretto al lavoro forzato. Addirittura ogni anno muoiono sul lavoro 12 milioni di bambini nel mondo. E’ l’Asia il continente dove il lavoro minorile è più utilizzato: i bambini si dedicano a lavori in piantagioni, in miniera, nel settore tessile e anche nelle aziende produttrici di giocattoli. Sempre secondo l’Ilo una percentuale compresa fra il 14 e il 17% di questi bambini lavora 49 ore la settimana e l’11-13% lavora oltre 56 ore la settimana. Secondo l’Unicef, infine, in Thailandia un terzo della forza lavoro è costituita da bambini che producono giocattoli. A tutto questo risponde, almeno per quanto riguarda l’Italia, l’associazione delle imprese di giocattoli Assogiocattoli. “I nostri associati – spiega il direttore Giovanni Battista Orsi – hanno firmato da tempo un codice di condotta internazionale (Code o business practices) stipulato dall’associazione di settore internazionale ICTI in cui si impegnano a rispettare l’età minima dei lavoratori in base alle leggi nazionali dei paesi dove vanno ad operare”. Per quanto riguarda la Cina l’età minima prevista è 14 anni. “Se gli associati si rivolgono a subforniture all’estero – spiega ancora Orsi – devono perciò rispettare alcune regole di questo codice, tra cui c’è quella di non sfruttare il lavoro minorile”.
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