«Il cambio con il dollaro è estremamente penalizzante, mentre il costo del lavoro per alcune lavorazioni ci manda fuori mercato» ha spiegato a Il Sole 24 Ore Lucio Perego, presidente di Peg Perego, piccola multinazionale con 200 milioni di ricavi nel 2006 e quartier generale ad Arcore e filiali in Usa, Canada e Brasile e una fabbrica in Romania. Per quanto riguarda le vendite natalizie Lucio Perego pensa di mantenere le quote di mercato, ma a preoccuparlo è l’aumento dei costi delle materie prime utilizzate come plastica, metallo, motori elettrici e batterie. «Per il Natale 2008 – precisa – pensiamo a un aumento dei listini del 6-8%». A fare soffrire l’azienda è la concorrenza dei prodotti del Far East. «Abbiamo resistito più degli altri e vogliamo mantenere salda la produzione italiana – spiega – quindi dobbiamo alleggerirci». Un alleggerimento che significa un taglio del 25% (155 persone) del personale della fabbrica di Arcore, attraverso procedure di mobilità, mentre l’azienda ha 950 dipendenti in Italia. «Il vero problema sono i margini che si sono sempre più assottigliati, soprattutto per le parti confezionate destinate alla prima infanzia, dove il costo della manodopera incide moltissimo –sottolinea il presidente – nel nostro settore siamo tra gli ultimi a delocalizzare, ma l’intenzione è di mantenere la produzione e il montaggio in Italia ed acquistare certi componenti, oggi prodotti interamente come le parti confezionate in tessuto da fornitori esteri».
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