Sulla vicenda dei prodotti Made in Cina interviene anche Gianluca Ferraiolo dell’istituto Giordano, azienda inserita nel gruppo degli organismi notificati CEE che opera nel campo della certificazione di prodotto e della ricerca, rilasciando attestati, sia nel settore cogente per quanto riguarda le Direttive Comunitarie e leggi nazionali sia per quanto riguarda il settore volontario per i marchi di qualità o schemi di certificazione rispondenti a normative nazionali ed internazionali. Ferraiolo chiede più formazione al personale delle dogane e più coscienza da parte degli importatori. «La mia prima osservazione riguarda una maggiore formazione del personale addetto ai controlli alle dogane: spesso, infatti, la merce viene bloccata semplicemente perché proviene dalla Cina, mentre sono indispensabili controlli più mirati che permettano di bloccare quegli importatori che realmente immettono sul mercato prodotti pericolosi – precisa Ferraiolo – Agli importatori, inoltre, chiedo di essere più coscienziosi rispetto al prodotto che immettono sul mercato e di non accontentarsi di un semplice rapporto di prova eseguito su un giocattolo, ma di fare controlli a campione e random. In generale, infine, è necessaria una maggiore sensibilità tenendo presente che questi prodotti finiscono poi nelle mani di bambini inferiori ai 12 anni».
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