The Toy Association, il cambiamento inizia dal brand

Il cambio di nome, da Toy Industry Association a The Toy Association è per l’associazione statunitense solo l’effetto più evidente di una trasformazione che la porterà a rispondere meglio alle diverse esigenze dei suoi membri. Toy Store ne ha parlato con il presidente e direttore esecutivo, Steve Pasierb.

Cosa vi ha convinto a questo ripensamento?

Dopo 100 anni spesi al servizio dell’industria del giocattolo, ci è parso fosse giunto il momento di cambiare un po’ le cose. Nel 2016, in occasione del nostro centenario, abbiamo organizzato incontri in varie città durante i quali abbiamo incontrato moltissimi soci e i loro collaboratori. Inoltre, abbiamo promosso delle riunioni con il nostro staff per confrontarci su come pianificare questo processo. Ne è nato un progetto strategico che si traguarda al 2020 e, contemporaneamente, abbiamo riformulato la nostra mission: “Essere una forza unificante per la creatività, la responsabilità e il successo globale dei membri, sostenendone le esigenze e promuovendo la conoscenza dei vantaggi del gioco “.

Perché cambiare anche il nome?

Abbiamo ritenuto che avere la parola “Industry” nel nome non fosse più funzionale ai nostri scopi. Quella parola evoca immagini di ciminiere e fabbriche e non certo di bambini che ridono e giocano. Per questo abbiamo preferito eliminarla e premettere al nostro nome un più enfatico “The”. Il nostro nuovo tagline, “Inspiring Generations of Play (Ispirare generazioni di gioco)”, ci descrive perfettamente. E la palla rossa del nostro nuovo logo non solo è più giocosa ma possiamo sostituirla con una palla da spiaggia, un filato, un ornamento di Natale o altro a seconda delle occasioni e senza intaccare la nostra identità.

Quali sono i punti saldi della “nuova” Associazione?

Per essere rilevanti e utili ai nostri soci, dobbiamo porci in una prospettiva globale. Il che significa impegnarci in altri Paesi su questioni legate alle normative o agli ostacoli agli scambi in modo da favorire l’accesso dei nostri membri ai mercati emergenti. Tra gli altri citerei:

  • la formazione alla sicurezza – stiamo reperendo risorse per educare la prossima generazione di specialisti nella sicurezza e nella regolamentazione del nostro settore;

  • gli eventi – Play Fair consente ai soci di relazionarsi direttamente con i consumatori, la piattaforma ShopToys365.com mette in connessione buyer e venditori; verranno confermati anche i nostri eventi go-to-market, la North American International Toy Fair e la Fall Toy Preview;

  • promuovere la cultura del gioco – l’obiettivo è assicurare che genitori, educatori, media e governo riconoscano il giocare come una componente essenziale di un sano sviluppo dell’infanzia.

  • a questo si aggiunge la nostra nuova sede a Midtown Manhattan, che è un hub che mette sale riunioni e uffici a disposizione dei soci e delle associazioni in visita e ospita anche come una mostra sulla nostra storia secolare.

Come state agendo per tutelare gli interessi dei soci e dei consumatori?

Siamo in costante contatto con la Toy Industries of Europe (TIE) per confrontarci sulle questioni chiave. Sosteniamo anche la Seata, la nuova Associazione dei giocattoli del sud-est asiatico con cui abbiamo organizzato corsi di formazione. Infine, continueremo a mantenere la segreteria del Consiglio internazionale delle industrie del giocattolo (ICTI) e della ICT CEO Roundtable Meeting. Monitoriamo con attenzione anche l’evoluzione dei comportamenti di acquisto. Le dinamiche retail stanno cambiando alla velocità della luce e questo significa che in futuro le modalità con cui i consumatori scoprono, esplorano e acquistano giocattoli saranno significativamente diverse. I cambiamenti e le sfide sono la regola per noi, ma sempre senza venir meno ai nostri obiettivi strategici e al nostro ruolo di associazione globale del trade.

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