Trudi punta a crescere e per farlo sta valutando se aggregarsi ad altre realtà o diversificare la produzione verso altri segmenti, come per esempio la cartoleria. L’azienda con sede a Udine ha già messo al lavoro la Kpmg corporate finance per esplorare varie opportunità: partnership industriali, ingresso nel capitale di nuovi soci, o vendita delle azioni ora in mano all’imprenditore Giuseppe Patriarca (70%) e al fondo Giada (27%), promosso da 21 Investimenti e Popolare di Vicenza. A 2 anni dall’ingresso di Giada e dall’arrivo dell’amministratore delegato Maurizio d’Angelo, Trudi è oggi un’azienda riorganizzata con i bilanci in utile. I ricavi sono però stabili a 24 milioni di euro a causa di una generale stagnazione del mercato del giocattolo che favorisce prodotti a prezzo basso. Il 2003 si è chiuso con un ebidta in crescita del 18% (a 4,2 milioni i ricavi) e un utile netto di 2,6 milioni. Sono state poste le basi di sviluppo in Germania (4,2 milioni i ricavi), Spagna e Francia, principali mercati d’esportazione. Ma il momento è maturo per nuove prospettive e la mossa di Trudi ha già suscitato l’attenzione dei fondi di private equity. E ora l’azienda sta valutando le offerte del mercato.
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