Un altro “no” agli spot per bambini

Dopo l’Autorità Garante per le telecomunicazioni, anche i partiti politici si schierano contro gli spot trasmessi durante i cartoon televisivi. Giuseppe Fioroni, della Margherita, responsabile del Dipartimento politiche della Solidarietà, ha presentato una proposta di legge per abolire gli spot Tv nelle fasce orarie destinate ai più piccoli, comunicazione promozionale che coinvolge fortemente il mondo del giocattolo. La pubblicità per i bambini con 900 mila spot l”anno frutta circa 90 milioni di euro alle reti Mediaset e 18 milioni di euro alla Rai. Secondo la Margherita, i bambini sono “bombardati” da condizionamenti consumistici ed essendo privi di capacità critica ne rimangono influenzati negativamente. Secondo una ricerca del partito di sinistra i settori più interessati dall”impatto economico della pubblicità in famiglia sono i prodotti dell”alimentazione con 61,5 euro di costi superflui, della scuola con 131 euro, dei giocattoli con 30/50 euro e del vestiario con 214 euro. Secondo un”indagine della Sapienza di Roma il 40% delle famiglie italiane ha confermato che per rendere felici i bambini sono acquistati i prodotti pubblicizzati, nonostante siano poco utili e costino di più rispetto agli altri. In altri paesi europei come Norvegia, Svezia e Austria la pubblicità è già vietata prima e dopo le trasmissioni per i bambini.

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