Ci vuole più cultura del giocattolo

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La contingenza non è facile. L’inflazione e il diminuito potere di acquisto delle famiglie hanno messo a dura prova il comparto del giocattolo. Nonostante il gioco sia una parte fondamentale del percorso di crescita del bambino – e la pandemia lo ha ribadito con forza – quest’ultimo è di frequente associato solo a festività e occasioni speciali. Ma non solo. “Siamo entrati nel mondo del consumo esperienziale. Mentre prima i nostri competitor erano solo i prodotti della concorrenza, poi le consolle e i videogiochi, oggi il nostro principale competitor è anche la vasta offerta di ‘esperienze’ per i più piccoli. La proposta è ampia e va dallo sport al tempo libero, ai viaggi, ai musei, ai corsi di cucina per bambini, ai parchi tematici, alle fattorie didattiche (solo per citarne alcuni). Le letterine di Natale iniziano a popolarsi di richieste che non riguardano più solo prodotti fisici ma esperienze da fare insieme con la famiglia. Il consumo di giocattoli deve ripartire anche da questo” spiega Luca di Puorto, Marketing Manager di IMC Toys Italia, protagonista della nostra intervista di copertina. È necessario, dunque, enfatizzare la componente esperienziale del mondo toys. Come? Trasformando l’acquisto del giocattolo in una vera e propria esperienza memorabile e rendendo la visita allo store un momento ludico e sensazionale tanto per il piccolo quanto per i genitori.

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