Perché oggi un’attività commerciale è fondamentale che utilizzi i Social Media?
«Il motivo principale risiede nella volontà di rispondere ad una domanda, quella dei consumatori. Il web è divenuto intermediario principale nella ricerca di risposte alle proprie necessità. Così, anche i consumatori trovano soluzione ai propri bisogni in rete. L’ultimo cambio generazionale ha determinato un incremento tangibile nel numero di persone che ricercano i punti vendita più convenienti tramite strumenti quali i Social Media e i motori di ricerca. Questo trend crescente ha portato nel 2013 a registrare ben 14,3 milioni di utenti italiani attivi in rete quotidianamente (sotn.it), determinando così l’esplosione della local SEO e del Social Media marketing».
In che modo un punto vendita può promuovere il proprio negozio attraverso i Social Network?
«Nel caso di un piccolo punto vendita lo sforzo deve essere concentrato verso la propria realtà locale. L’obiettivo è quello di estendere quanto più possibile il network digitale di connessioni con il proprio pubblico, per poi posizionarsi in modo efficiente e continuativo nella mente dei clienti. Sui Social Network è estremamente necessario abbandonare qualsiasi tipo di comunicazione puramente promozionale in favore di un linguaggio maggiormente “umano”, condivisibile e ricco di valori. Condividere storie ed esperienze potrà sembrare lontano dagli obiettivi della propria impresa, ma è quanto più lega le persone ad identità poco umane, come quelle aziendali. Nel caso di un punto vendita più grande si possono raggiungere risultati tangibili ricorrendo a fantasia e creatività, creando una connessione tra quella che è l’esperienza digitale e quella “in loco”. Un caso interessante è quello di Blickenstaffs, un grande store di giocattoli in Utah (USA) che regala dolciumi a tutti coloro che seguono e recensiscono il proprio punto vendita su Facebook, e gadget e giocattoli in cambio di citazioni su magazine e blog locali. Altro fatto interessante è come Blickenstaff’s abbia preferito avere un blog piuttosto che un sito ufficiale. Nel blog vengono raccontati sotto forma di storie ed immagini gli eventi organizzati nello store e gli utilizzi che i clienti fanno dei giocattoli acquistati, una comunicazione del tutto emozionale».
Quali esempi di utilizzo di Facebook per un punto vendita? Quali interazioni si possono creare tra Facebook e il punto vendita fisico?
«Il tipo di esperienza che il cliente può riscontrare nel punto vendita ha un grande risvolto sulle modalità di gestione dei canali sociali. L’utilizzo elementare di una pagina Facebook prevede il caricamento di immagini scattate nella quotidianità del proprio punto vendita, la raccolta di commenti e recensioni da parte dei clienti, la registrazione di questi in loco e la pubblicazione di storie e aforismi contestuali al proprio mercato. Ribadisco però quanto sia altrettanto importante utilizzare la creatività per ideare strategie promozionali che possano divertire e soddisfare il cliente ma, allo stesso tempo, far crescere la portata della propria pagina con nuovi fan o “like”. Ne sono un esempio gli eventi incentrati sull’utilizzo dei giocattoli, che invoglino il cliente all’acquisto o alla pubblicazione di qualche foto scattata “in store”. Un’altra tecnica altrettanto valida e comune è quella di predisporre di una linea wifi gratuita a cui il pubblico possa accedere solamente dopo aver messo “like” alla pagina facebook del punto vendita. Con l’inizio del nuovo anno lo staff di Facebook ha deciso di diminuire la portata dei post delle pagine in termini di visibilità, una scelta discutibile dettata dalla volontà di incrementare i profitti provenienti dalle spese di promozione dei propri utenti. Detta in parole povere: nel caso in cui si abbia un centinaio di like alla pagina, è probabile che non più di tre o quattro persone alla volta vedano i post pubblicati. Per mantenere una strategia efficiente ed efficace è consigliabile destinare un minimo di 25 euro al mese alla pubblicizzazione della propria pagina e dei propri post verso un target determinato da caratteristiche d’età e di posizione geografica».
Può essere utile l’invio di newsletter settimanali? Con quali modalità?
«La risposta è controversa per natura. Il newsletter marketing ha i suoi grandi pregi, tra questi vige sicuramente la possibilità di avere un contatto diretto con il cliente, senza lasciare in capo ai social network l’intera comunicazione. Il problema si presenta però nella stesura del messaggio. Diversi studi hanno dimostrato come il pubblico associ sensazioni spiacevoli ed esperienze negative alle newsletter promozionali, ormai divenute troppo assidue e martellanti. Il compromesso esiste ma deve essere calibrato accuratamente ricorrendo a principi di Content Marketing. L’obiettivo deve essere quello di riempire le proprie newsletter di contenuti utili o video e immagini virali. Lo scopo è quello di far sì che l’utente associ la newsletter a qualcosa di istruttivo o divertente, a cui possa essere allegata una promozione imperdibile. Non sono un negoziante di giocattoli ma posso benissimo fare un esempio: se fosse Natale e dovessi commercializzare delle Nintendo Wii creerei una pagina web dove inserire il video delle reazioni più esilaranti di bambini che hanno ricevuto in regalo una Wii. In allegato alla pagina aggiungerei una frase simpatica per augurare buon Natale ai miei clienti, la promozione del giocattolo e i pulsanti di condivisione per i social network. Infine invierei agli iscritti alla mia newsletter un email con oggetto “non potrai non ridere”, messaggio “una piccola sorpresa per te” e il link alla pagina web. I genitori dei bambini rimarranno particolarmente colpiti dall’oggetto dell’email e non potranno fare altro che cliccare sul link, guardare il video, ridere di gusto e condividere la pagina e quindi l’offerta con amici e altri possibili clienti».
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