Crisi Peg Perego, confermati i 95 licenziamenti

Peg Perego conferma i tagli e rifiuta la cassa integrazione. È scontro con sindacati e istituzioni

La crisi Peg Perego entra in una fase ancora più critica. L’azienda con sede ad Arcore ha confermato i 95 licenziamenti annunciati — quasi il 40% dei 244 dipendenti — e ha respinto la possibilità di accedere a un nuovo semestre di cassa integrazione, nonostante ne avrebbe diritto.

La decisione è arrivata al termine di un incontro con i rappresentanti sindacali dei metalmeccanici. «Così sbattono la porta in faccia ai lavoratori, alle istituzioni e ai sindacati», ha dichiarato Adriana Geppert della Fiom-Cgil Brianza, come riportato da Il Giorno.

Secondo quanto riportato anche da Gloriana Fontana della Fim-Cisl, la posizione dell’azienda vanifica il percorso di rilancio delineato dal ministero solo pochi giorni fa. «Non servono neanche i fondi pubblici, se l’azienda sceglie la via più traumatica per il personale», ha affermato.

I sindacati denunciano un passo indietro rispetto agli impegni presi a Roma, dove si era ipotizzato un piano di crescita sostenuto da sei mesi di ammortizzatori sociali, utili per avviare una vera transizione industriale. Invece, l’azienda avrebbe riproposto come priorità la richiesta di adesioni volontarie agli esuberi.

Nel frattempo, oggi si tengono le assemblee interne in fabbrica. Saranno gli operai stessi a decidere la linea da seguire, dopo settimane di scioperi e mobilitazioni che hanno coinvolto anche le istituzioni locali.

Preoccupano infine le parole dei manager sul “costo del sito”, che secondo i sindacati fanno temere ulteriori manovre future. Ma il messaggio da Fiom e Fim è chiaro: «Le possibilità di rilancio ci sono. Ma i fondi pubblici arriveranno solo se si tutela l’occupazione».

Il secondo incontro previsto con il governo per settembre è ora a rischio, e l’intera vertenza resta in bilico, con pesanti ricadute su famiglie, lavoratori e su un settore strategico che, secondo le organizzazioni sindacali, “avrebbe ancora molto da dare”.

Fonte: Il Giorno

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