Giocattoli: l’Europa sempre più contro il Pvc

L’Unione europea ha rinnovato il suo no per la commercializzazione dei giocattoli in Pvc (Cloruro di polivinile). Nel mirino dell’Europa ci sono i giocattoli che i bambini potrebbero essere invogliati a mettere in bocca e succhiare. In questi oggetti si nasconde un’insidia, che è rappresentata dagli ftalati, degli additivi utilizzati per rendere morbido e flessibile il PVC per la produzione di oggetti destinati alla prima infanzia, soprattutto per i giocattoli e gli anelli impiegati nella fase della dentizione. Per alcune di queste sostanze è stata provata la pericolosità: possono essere tossiche per ingestione e addirittura cancerogeni, infatti sono stati eliminati progressivamente anche dalle pellicole per alimenti. Nello specifico i materiali “incriminati” sono: ftalato di diisononile (DINP), ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP), ftalato di dibutile (DBP), ftalato di dipentile (DIDP), ftalato di diottile (DNOP), ftalato di butilbenzile (BBP) che possono rappresentare fino al 40-50 per cento in peso del prodotto. La presenza di questi materiali nei giocattoli è sotto accusa fin dagli anni 80 quando una ricerca condotta negli Stati Uniti portò alla luce che la presenza del DEHP nei succhiotti e negli anelli per la dentizione poteva aver provocato dai 20 ai 100 decessi l’anno. All’epoca i produttori di giocattoli e articoli per l’infanzia raggiunsero un accordo volontario per contenere la presenza di DEHP (riducendola a percentuali inferiori all’uno per cento in peso). Per quanto riguarda l’Europa nel 1997 è stata decisa la riduzione della presenza di questi additivi ed è stata limitata inoltre la commercializzazione dei giocattoli che contengono queste sostanze. Sono state però avanzate richieste per avere maggiori controlli e limitazioni ed ottenere che questi divieti vengano estesi anche ad altre categorie merceologiche, come ad esempio giocattoli per bambini più grandi, che potrebbero pero capitare tra le mani dei più piccini, attratti proprio dalla loro forma e elasticità, e che, secondo gli esperti, mettono in moto ormoni particolari invogliando i più piccolo proprio ad esplorarli e metterli in bocca.

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